Blitz nel centro educativo valle Blenio
Il centro in questione non è isolato, ma si trova nel cuore del paese. Le sue porte erano sempre aperte e tanti cittadini collaboravano per integrare questi minori nel mondo degli adulti. È chiaro che molti si sentano ora offesi, poiché, guardando i capi di accusa, la durezza dell’intervento sfugge al buon senso. Per quel che riguarda p.es. la presunta coazione, va ricordato che il divieto di utilizzare cellulari e consumare alcol e droghe, sono regole della casa già esistenti e accettate dai genitori nel momento in cui affidano il giovane alla struttura. Trattandosi inoltre di ragazzi espulsi spesso da altri centri, qualche misura disciplinare è necessaria come p.es. fargli innaffiare per un’estate i gerani che hanno strappato, per imparare il rispetto; o per chi scappa, andare a camminare per qualche ora nel bosco, anche da solo, se l’età lo permette, per rafforzare l’autodisciplina. In quanto punizioni simmetriche, non causano danno, ma insegnano. Per controbilanciare l’immagine negativa creata dai mass-media, vorrei raccontare la storia di un ragazzino arrivato due anni fa. Il ragazzino aveva smesso da tempo di parlare, dopo sei mesi non solo aveva ripreso a parlare, ma si era integrato nel coro del paese il cui maestro è l’imputato. E quest’anno, nel concerto tenutosi nella chiesa del paese (Messa in sol maggiore di Schubert) ha avuto una piccola parte da solista nel Domine di Bruckner. Ha cantato davanti a trecento persone. Ora però il coro non può più esercitarsi nella struttura, perché ad un tratto disturba, e al ragazzino è stato impedito di parteciparvi.
Enzo Gysi, Malvaglia