L’Osservatorio resta metà ‘ticinese’
Accordo con l’Unil per un finanziamento di 210’000 franchi invece di 300’000
Una scelta che rispondeva a “imperativi finanziari” e non riguardava criteri di merito. Ma c’è un nuovo accordo che la rimette in discussione. Detta altrimenti, il Canton Ticino continuerà a sovvenzionare l’Osservatorio della vita politica regionale (Ovpr) con sede a Losanna. Lo precisa il Consiglio di Stato in risposta all’interrogazione di Fabio Käppeli presentata lo scorso febbraio. Il Gran Consiglio lo scorso anno ha imposto al governo di risparmiare altri 20 milioni col preventivo 2018 e l’ipotesi di rescindere la convenzione con l’Università di Losanna (Unil) per il finanziamento dell’Osservatorio della vita politica regionale (Ovpr) – che comporta un impegno finanziario ticinese di 300mila franchi annui – è entrata in ordine di conto come misura di contenimento dei costi nell’ambito di una revisione dei compiti dello Stato. Una scelta puramente finanziaria, dunque, che per quanto “dolorosa” poteva starci . In verità, si precisa, sono state prese in considerazioni diverse ipotesi di rinegoziazione con l’Unil senza tuttavia giungere a nulla. La novità è rappresentata da una nuova e recente trattativa – tenutasi dopo il dibattito pubblico suscitato dalla decisione governativa – che ha permesso di giungere “ad un accordo finanziariamente interessante” scrive il Consiglio di Stato. In buona sostanza con la lettera dello scorso 10 ottobre, la rettrice dell’Università di Losanna “ci ha confermato l’accordo per una revisione della convenzione quadriennale a partire dal 2019 sulla base di un finanziamento di 210’000 franchi annui invece degli attuali 300’000”. Dunque il risparmio si farà, ma non nella forma prevista in un primo tempo. L’attività dell’Osservatorio, aggiunge il governo, è senza ombra di dubbio importante. Dal 2011 infatti l’Ovpr ha pubblicato 66 studi scientifici, di cui 46 dedicati alla vita politica ticinese. L’attività comporta un costo annuo medio di 460’000 franchi. Ma in caso di difficoltà all’Usil, scriveva Käppeli, si può immaginare un trasferimento dell’Osservatorio all’Usi? Da un punto di vista finanziario, risponde il governo, non cambierebbe niente. La questione non si pone; resta un’ipotesi nell’ambito di “nuovi indirizzi strategici”.