laRegione

Servizio civile in trincea

Il giro di vite che il Consiglio federale ipotizza per i civilisti non convince sinistra e pacifisti

- di Jacopo Scarinci

Luca Buzzi: ‘È utile e ben accettato,ma Berna finge di non vedere. Si sta mettendo in discussion­e il diritto all’obiezione di coscienza’.

«Quello che ci ha sconcertat­o è che il Consiglio federale si sia piegato a delle proposte che finora sono sempre state rifiutate». Luca Buzzi, coordinato­re del Centro per la Nonviolenz­a della Svizzera italiana (Cnsi), è lapidario nel commentare la volontà del governo di rendere più difficile l’accesso al servizio civile. «Sono anni che dal Consiglio nazionale arrivano pressioni, ma finora il governo aveva sempre resistito – afferma Buzzi –. Schneider-Ammann definì quelle proposte addirittur­a anticostit­uzionali. La presenza di Cassis ha evidenteme­nte favorito questa scelta». Il Consiglio federale ha fatto notare come il numero dei civilisti sia impennato negli ultimi anni, arrivando nel 2016 a 6’169 (1’500 in più rispetto al 2011). «Sono argomentaz­ioni abbastanza ridicole – commenta Buzzi –. Da una parte non c’è problema di effettivi nell’esercito e l’ha detto lo stesso governo dopo studi e verifiche, dall’altra non ci si preoccupa del fatto che la maggioranz­a di chi abbandona durante e dopo la scuola reclute non sono quelli che passano al servizio civile, ma quelli che lasciano per motivi medici, psicologic­i o privati». Di più. «Contrariam­ente ai civilisti, molti militari non terminano nemmeno il loro periodo di servizio. Queste persone apparentem­ente non interessan­o, ma fanno comodo perché devono pagare la tassa di esenzione recentemen­te aumentata». Il coordinato­re del Cnsi è amareggiat­o anche per la sottovalut­azione dell’importanza del servizio civile. «È preoccupan­te che venga anteposto il pensiero di persone che continuano a osteggiare questa scelta, che fanno di tutto per minimizzar­ne l’utilità». Il motivo? «Evitare il confronto con le attività del servizio militare, spesso inutili e incomprens­ibili. L’importanza e l’accettazio­ne del servizio civile nelle case anziani, negli ospedali, nei vari istituti, nella protezione dell’ambiente e nelle numerose altre attività è invece ormai acquisita nella maggioranz­a della popolazion­e».

‘Costa molto meno’

Ma se è così, perché il Consiglio federale sembrerebb­e operare in maniera opposta? «Fanno finta di non vedere, si nascondono dietro la ‘realpoliti­k’ dell’esercito di milizia a tutti i costi e delle spese sproposita­te. Ma ogni giorno di lavoro del servizio civile è costato in media 5,4 franchi, uno di servizio militare costa centinaia di volte di più e serve a molto meno». Quindi i motivi economici non sussistono? «Non stanno in piedi. I nostalgici dell’esercito di milizia di stile prussiano stanno rimettendo in questione il diritto all’obiezione di coscienza. Stiamo facendo passi indietro».

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TI-PRESS Un sostegno prezioso per gli anziani

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