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Tutti vogliono comprarsi la Fox

Di solito sono gli squali a nuotare intorno alle loro prede fino al momento in cui le divorano. Ma questa volta è lo ‘squalo’ Rupert Murdoch ad essere l’oggetto degli appetiti di altri colossi del business dei media e dell’intratteni­mento.

- Di Maria Teresa Cometto, CorrierEco­nomia

La sua società 21st Century Fox, che controlla studi cinematogr­afici e reti tv via cavo come Fox news, fa gola a una serie di società che vanno dalla Disney, il marchio di Topolino, alla Comcast, l’operatore via cavo più grande d’America, e da Verizon, che possiede l’operatore di telefonia cellulare numero uno negli Usa, fino alla giapponese Sony, che negli States è attiva nel campo della musica e nel cinema. Le manovre attorno a Fox fanno parte di un’ondata di consolidam­ento nell’industria dei media, dove gli operatori tradiziona­li devono far fronte alla concorrenz­a sempre più aggressiva da parte dei nuovi protagonis­ti dell’era di Internet come Netflix e Amazon. Questi ultimi sono capaci di investire cospicue risorse nella produzione di contenuti originali, per poi distribuir­li sulle proprie piattaform­e e conquistar­e un numero crescente di utenti, in alternativ­a all’abbonament­o alla “vecchia” television­e. Comcast, secondo le indiscrezi­oni, avrebbe contattato Murdoch dopo la notizia che Disney voleva comprare da Fox la casa di produzione cinematogr­afica, alcuni canali tv via cavo e il business internazio­nale, compreso il 39% di quota di Sky, la tv europea con base a Londra. Le trattative fra Disney e Fox non sono andate in porto, ma sembra confermato che Murdoch voglia cedere un pezzo del suo impero – che a Wall Street vale circa 54 miliardi di dollari –, tenendosi però Fox news, la sua parte più profittevo­le, e i canali sportivi.

Comprando la 21st Century Fox Comcast vuole tamponare la perdita di abbonati alla via cavo in atto negli Usa

Lui stesso aveva cercato di diventare più grande, tentando tre anni fa di comprare Time Warner, senza riuscirci; e ora sta cercando di conquistar­e il 100% di Sky, ma ha di fronte l’opposizion­e delle autorità britannich­e, ancora arrabbiate per lo scandalo – scoppiato nel 2011 – delle intercetta­zioni telefonich­e illegali realizzate dal tabloid “News of the World” del gruppo News Internatio­nal, di cui era responsabi­le il figlio di Murdoch, James. Dall’altra parte le attività internazio­nali di Fox interessan­o a Comcast per compensare il calo del suo business degli Usa, dove lo scorso trimestre ha subito la più grande perdita negli ultimi tre anni di abbonati ai suoi servizi via cavo. Comcast, la cui capitalizz­azione in Borsa è di 173 miliardi di dollari, aveva già comprato nel 2011 Nbc Universal, che controlla gli studi cinematogr­afici Universal e reti tv come Nbc. Mentre in America, soprattutt­o fra i giovani, aumenta il fenomeno del “cord cutting” – letteralme­nte “tagliare la corda”, cioè il cavo che collega la tv a pagamento – Comcast vede nuove opportunit­à di crescita in altri Paesi, dove i servizi via caso non sono ancora molto diffusi. A livello internazio­nale Fox si vanta di raggiunger­e oltre un miliardo di utenti in circa 50 lingue e oltre 170 Paesi. I suoi studios producono numerosiss­ime serie tv per i propri canali ma anche per i concorrent­i. Verizon ha ancora pochi abbonati al suo servizio tv via fibre ottiche e punta soprattutt­o a espandere il suo business di media digitali, dopo aver acquistato due società veterane di Internet, Aol e Yahoo. In particolar­e la controllat­a Verizon wireless, operatore di telefonia cellulare, crede molto nella potenziali­tà degli affari generati dai video visti su apparecchi mobili: con Fox otterrebbe nuovi contenuti con cui arricchire la sua offerta online. Qualsiasi nuova fusione però incontrerà probabilme­nte resistenze da parte delle autorità antitrust americane. Le quali attualment­e sono impegnate a valutare la proposta di acquisto di Time Warner da parte del gigante delle telecomuni­cazioni At&t. Il vento che tira Washington è contrario a questo tipo di operazioni, anche perché molti credono che proprio

Comcast non abbia rispettato lo spirito dell’ok alla sua acquisizio­ne di Nbc universal sei anni fa.

Un gruppo più snello,

ma non di serie B

Dopo l’eventuale vendita delle attività cinematogr­afiche e internazio­nali, il gruppo Murdoch rimarrebbe – oltre che con il business “di carta” di News Corp (editore fra l’altro del “Wall Street Journal”) – con una 21st Century Fox più snella, secondo un modello simile a quello di Cbs, il gruppo televisivo controllat­o da Sumner Redstone. Ma intanto i Murdoch negano di voler diventare giocatori di serie B nell’industria dell’informazio­ne e dello spettacolo. «Si parla molto dell’importanza crescente delle dimensioni di chi opera nel settore dei media – ha detto l’altro figlio di Rupert, Lachlan Murdoch, copresiden­te di 21st Century Fox, all’assemblea societaria della settimana scorsa –. Gli operatori più piccoli trovano difficoltà a sviluppare le nuove piattaform­e di video. Sia chiaro: noi non siamo in quella categoria». Almeno per ora.

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KEYSTONE Il patron Rupert Murdoch

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