Commerci: permane la stabilità
Il Municipio della Città: ‘Ciò che è in atto è un cambiamento strutturale della vendita’ Da tre anni sono circa 1’500 i negozi del centro, il 52% del totale cittadino. I problemi avrebbero, dunque, una portata più ampia.
Non un fuggi-fuggi generale, ma dai dati in possesso del Municipio di Lugano riguardo ai commerci cittadini si evince un numero stabile di negozi nel quartiere Centro. Dai 1’514 presenti nel 2014 si è addirittura aumentato, lo scorso anno, di due unità. Stabile appare pure la percentuale di commerci situati in centro rispetto al totale cittadino (il 52%). È questa la chiave di lettura presentata dall’esecutivo della Città, in risposta all’interrogazione formulata dai consiglieri comunali liberali radicali Peter Rossi e Giovanna Viscardi. «Siamo dall’altra parte consapevoli – sottolinea il sindaco Marco Borradori – che vi sono sostituzioni di commerci, a volte pure trasferimenti interni alla Città, ma anche che delle attività vanno effettivamente perse». Problemi legati al commercio che, però, «tra una diminuzione del potere di acquisto, la concorrenzialità delle zone di confine e il rafforzamento della valuta locale, così come i cambiamenti in atto nel comportamento e nelle preferenze dei consumatori (e-commerce) – evidenzia il sindaco – hanno una portata più ampia rispetto alla Città». Problemi che si accentuerebbero nel centro cittadino «dove si aggiungono considerazioni – non manca di ricordare il Municipio ponendo in questione alcuni aspetti importanti dell’economia locale – legate all’andamento del mercato immobiliare privato oltre che a questioni legate al turismo e agli orari di apertura dei commerci». Criticità su criticità che devono tener conto anche della diminuzione della clientela facoltosa legata al ridimensionamento della piazza finanziaria (cosiddetto turismo bancario): «Gli stessi commercianti – fa notare Borradori – ricordano come nel passato gli acquirenti italiani legati alla piazza finanziaria della nostra Città contribuivano anche con il 50% del fatturato totale». Come pure un ruolo importante lo gioca la concorrenzialità dei grandi centri commerciali a livello regionale.
Chiusure e serrate: ‘L’ente pubblico ha un margine di manovra decisamente ristretto’
A fronte, quindi, delle numerose cause di chiusure e trasferimenti il Municipio di Lugano afferma di avere un margine di manovra «decisamente ristretto». La crisi, infatti, si allarga a tutta la Svizzera e proprio Zurigo è l’esempio riportato dall’esecutivo, dove la situazione, della stessa Bahnhofstrasse, sarebbe stata definita, nell’aprile scorso, come «drammatica». Mani legate. È questa la realtà vissuta dagli amministratori lo-
cali: «L’ente pubblico – si legge nella risposta all’interrogazione – non ha alcuna leva a disposizione per influenzare le dinamiche che impattano in modo negativo l’andamento dei commerci in centro». A conferma di ciò si riportano «le decisioni su questioni fiscali internazionali prese a livello federale, le
scelte operate dalle grandi marche (Versace che ha chiuso il suo negozio di Lugano ha mantenuto in Svizzera solo la boutique di Ginevra) o ancora alle preferenze in materia di acquisti con la crescita inesorabile dell’e-commerce». Un’amministrazione comunale che non si lascia comunque sconfortare,
tanto che vi sono continui contatti con le associazioni di categoria e incontri a scadenza regolare nonché l’approfondimento di proposte formulate dalle associazioni stesse. Morale? La crisi dei commerci nei centri cittadini riguarda un cambiamento strutturale più ampio della vendita.