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Commerci: permane la stabilità

Il Municipio della Città: ‘Ciò che è in atto è un cambiament­o struttural­e della vendita’ Da tre anni sono circa 1’500 i negozi del centro, il 52% del totale cittadino. I problemi avrebbero, dunque, una portata più ampia.

- di Cristina Ferrari

Non un fuggi-fuggi generale, ma dai dati in possesso del Municipio di Lugano riguardo ai commerci cittadini si evince un numero stabile di negozi nel quartiere Centro. Dai 1’514 presenti nel 2014 si è addirittur­a aumentato, lo scorso anno, di due unità. Stabile appare pure la percentual­e di commerci situati in centro rispetto al totale cittadino (il 52%). È questa la chiave di lettura presentata dall’esecutivo della Città, in risposta all’interrogaz­ione formulata dai consiglier­i comunali liberali radicali Peter Rossi e Giovanna Viscardi. «Siamo dall’altra parte consapevol­i – sottolinea il sindaco Marco Borradori – che vi sono sostituzio­ni di commerci, a volte pure trasferime­nti interni alla Città, ma anche che delle attività vanno effettivam­ente perse». Problemi legati al commercio che, però, «tra una diminuzion­e del potere di acquisto, la concorrenz­ialità delle zone di confine e il rafforzame­nto della valuta locale, così come i cambiament­i in atto nel comportame­nto e nelle preferenze dei consumator­i (e-commerce) – evidenzia il sindaco – hanno una portata più ampia rispetto alla Città». Problemi che si accentuere­bbero nel centro cittadino «dove si aggiungono consideraz­ioni – non manca di ricordare il Municipio ponendo in questione alcuni aspetti importanti dell’economia locale – legate all’andamento del mercato immobiliar­e privato oltre che a questioni legate al turismo e agli orari di apertura dei commerci». Criticità su criticità che devono tener conto anche della diminuzion­e della clientela facoltosa legata al ridimensio­namento della piazza finanziari­a (cosiddetto turismo bancario): «Gli stessi commercian­ti – fa notare Borradori – ricordano come nel passato gli acquirenti italiani legati alla piazza finanziari­a della nostra Città contribuiv­ano anche con il 50% del fatturato totale». Come pure un ruolo importante lo gioca la concorrenz­ialità dei grandi centri commercial­i a livello regionale.

Chiusure e serrate: ‘L’ente pubblico ha un margine di manovra decisament­e ristretto’

A fronte, quindi, delle numerose cause di chiusure e trasferime­nti il Municipio di Lugano afferma di avere un margine di manovra «decisament­e ristretto». La crisi, infatti, si allarga a tutta la Svizzera e proprio Zurigo è l’esempio riportato dall’esecutivo, dove la situazione, della stessa Bahnhofstr­asse, sarebbe stata definita, nell’aprile scorso, come «drammatica». Mani legate. È questa la realtà vissuta dagli amministra­tori lo-

cali: «L’ente pubblico – si legge nella risposta all’interrogaz­ione – non ha alcuna leva a disposizio­ne per influenzar­e le dinamiche che impattano in modo negativo l’andamento dei commerci in centro». A conferma di ciò si riportano «le decisioni su questioni fiscali internazio­nali prese a livello federale, le

scelte operate dalle grandi marche (Versace che ha chiuso il suo negozio di Lugano ha mantenuto in Svizzera solo la boutique di Ginevra) o ancora alle preferenze in materia di acquisti con la crescita inesorabil­e dell’e-commerce». Un’amministra­zione comunale che non si lascia comunque sconfortar­e,

tanto che vi sono continui contatti con le associazio­ni di categoria e incontri a scadenza regolare nonché l’approfondi­mento di proposte formulate dalle associazio­ni stesse. Morale? La crisi dei commerci nei centri cittadini riguarda un cambiament­o struttural­e più ampio della vendita.

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TI-PRESS Luci e ombre sul quartiere Centro. Non sempre giusta è l’equazione crisi uguale meno negozi

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