Scambio d’erba, la fuga e le manette
Il motivo per cui il 61enne comasco si è sottratto al controllo da parte di una pattuglia della Polizia cantonale non lo ha detto, si è solo limitato a negare qualsiasi addebito. Negazione che non ha però convinto la giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto del Tribunale di Como, la quale ha ritenuto di dover firmare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, anche in considerazione del fatto che nel corso di una perquisizione nella sua abitazione sono stati trovati cinque chili di marijuana. È una delle novità delle ultime ore sull’operazione bipartisan della Guardia di finanza di Ponte Chiasso e della Polizia cantonale che nella notte tra mercoledì e giovedi scorsi ha portato all’arresto di quattro uomini – come detto un 61enne comasco e tre ticinesi sulla trentina – e al sequestro, in due distinte fasi, di quasi otto chili di marijuna (vedi ‘laRegione’ di sabato). Nel frattempo è stato possibile ricostruire con maggiori particolari la dinamica dell’operazione che ha messo in luce l’importanza della stretta collaborazione fra investigatori ticinesi e comaschi. In sostanza le ‘Fiamme gialle’ impegnate nei controlli lungo il confine, all’altezza della dogana di Ronago hanno notato due auto entrambe targate Ticino: una Bmw (con a bordo il solo conducente) e un’Alfa Romeo (con a bordo tre persone) che viaggiavano lentamente, all’apparenza in maniera concordata, verso il Mendrisiotto. Non potendo entrare in Ticino, la Gdf, tramite il Centro di cooperazione di polizia e doganale, ha avvertito la Polizia cantonale. I poliziotti ticinesi hanno così notato il 61enne comasco che stava consegnando un pacco ai tre ticinesi. Colte sul fatto, le due auto si sono date alla fuga cercando di far perdere le proprie tracce. Quella della Bmw è durata poco: a Colverde, poco distante da Ronago, la pattuglia della Guardia di finanza ha bloccato il comasco, considerato il fornitore della sostanza stupefacente ai ticinesi. Questi ultimi sono stati arrestati qualche ora dopo dalla Polizia cantonale, che nel frattempo aveva recuperato il pacco con quasi tre chili di marijuna che era stato buttato via. La competenza è della magistratura ticinese. Il comasco, per i cinque chili trovati nella sua abitazione di Cagno, dovrà fare i conti anche con i giudici di Como.