‘No, non sono preoccupato’
Ireland è sereno dopo la sconfitta di Bienne. ‘Perché i ragazzi lavorano bene in ogni zona’. Dario Bürgler: ‘Bentornata adrenalina’.
Bienne – Rientrato a tempo di record dall’infortunio al ginocchio, sebbene sia deluso dalla sconfitta, Dario Bürgler è contento di essere tornato alle competizioni. «È bello sentire in corpo nuovamente l’adrenalina che precede una partita. Peccato tornare da Bienne a mani vuote: abbiamo avuto le possibilità per portare a casa dei punti, ma ci è mancato qualcosa. A livello personale mi sono sentito bene, anche se le mie gambe necessitano ancora un po’ di ritmo, ma è normale. Occorre qualche partita per ingranare e ritrovare completamente la velocità di pattinaggio ed esecuzione». Magari la prima chance da rete per lo svittese è arrivata troppo presto. Quando, subito in avvio, il numero 87 invece di tirare da ottima posizione preferisce servire Lapierre. «No, tra l’assenza di competizione e quella scelta non c’è alcun legame – spiega Bürgler. –. Ho semplicemente visto Hiller spostarsi velocemente e ho servito Max che aveva lo specchio della gabbia aperto. Sinceramente rifarei quella scelta, anche se non ha dato frutti. Però è vero, nel complesso bisogna ammettere che abbiamo peccato di sangue freddo, in particolare nei 3’ di powerplay dopo la penalità di partita inflitta a Earl. Direi che la maggiore efficacia del Bienne in superiorità numerica ha deciso il match». Con il passare dei minuti il gioco è diventato più duro e sporco. «E specialmente all’inizio siamo stati un po’ troppo passivi. Dovevamo metterci più impegno fisico», conclude il 29enne. Per Greg Ireland, invece, il Lugano ha avuto poca fortuna. «Ci sono dei momenti in cui il disco non lavora per te. Come ad esempio quando saltella davanti alla paletta del bastone al momento in cui stai per effettuare una conclusione. Ovviamente non mi piace perdere, ma non sono preoccupato dalle due sconfitte consecutive. E il motivo è che i ragazzi lavorano egregiamente in tutte e tre le zone della pista: ho fiducia in questo gruppo e nei leader della squadra, ma ovviamente adesso dobbiamo migliorare diversi aspetti, come ad esempio il gioco sottoporta». E il coach non condanna il powerplay. «In termini di risultati non è stato ottimale, ma a livello di impostazione non mi è dispiaciuto: ci siamo creati delle chance, ma troppe volte non siamo riusciti a centrare la porta avversaria». Il maggior motivo di soddisfazione per il canadese, però, è la prestazione del quarto blocco. «Fantastica! Non si può nemmeno definirla una quarta linea. Sono fiero di loro: hanno creato occasioni da gol e così si sono guadagnati tanto tempo di gioco».