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Tigers, bella zampata finale

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

I Tigers hanno rischiato grosso di vedersi sfuggire una gara dopo averla praticamen­te sepolta nel primo tempo. Infatti, esprimendo un collettivo di prim’ordine per quasi tutti i primi due quarti, Carey e compagni avevano messo un baratro fra loro e i giurassian­i. Primo quarto che, dopo il punto a punto, si sblocca negli ultimi due minuti, quando Steinmann infila tre triple e porta il punteggio sul 28-18. Secondo quarto in fotocopia, con Lugano che sale subito a +20 con due triple di Carey, per chiudere a +20 metà gara (54-34). Nel terzo quarto massimo vantaggio (6138)

al 2’, quando Gaspoz decide di togliere Brown, il play tuttofare, 13 punti nel primo tempo, stufo della sua non difesa. E qui c’è la svolta. Al Lugano saltano i piani difensivi, i timeout non riescono a modificare l’inerzia, Williams domina l’area bianconera, Kozic diventa immarcabil­e e in attacco il Lugano pasticcia con le individual­ità. Un 11-0 per gli ospiti porta lo score sul 65-55 al 7’, anche se è ancora Steinmann, con due triple a ridare il +15 all’ultima pausa, 73-58. Ma è un flash. Kozic e compagni rimontano, mettono un parziale di 6-15 e tornano a 6 punti, 79-73 al 5’. Negli ultimi 5’ i bianconeri segnano la miseria di due tiri liberi, mentre il Boncourt

completa l’opera e va all’aggancio a 8’’ dalla fine, con un 2+1 di Williams, 81-81. La gestione dell’ultima palla è orribile e si va al supplement­are. Un overtime senza storia: i bianconeri si rimettono a giocare di squadra, Boncourt non ne ha più, Danys e Williams escono per falli, finisce 100-90. «Ci siamo persi la difesa e abbiamo giocato male in attacco nel secondo tempo – commentava Petit –. Siamo reduci da sei partite in tre settimane, giocate in sette. Alla fine qualcosa paghi sempre. Ci voleva più raziocinio dopo il +23, invece siamo andati allo sbando. Ma contava vincere e l’abbiamo fatto». La Sam esce a testa alta anche da

Ginevra, dopo una gara in cui ha concesso troppo nel secondo quarto, permettend­o il +11 ai ginevrini che sono riusciti a capitalizz­are il margine. Una Sam che, una volta recuperati tutti gli infortunat­i, potrà guardare diversamen­te gli avversari. Per ora bisogna valutare positivame­nte quanto riesce a fare in emergenza: qualità e carattere da mettere a frutto il prossimo mese. Il Bellinzona è andato vicino al colpaccio a Friburgo, con una prova maiuscola. Le pinkies hanno tenuto testa alle avversarie fino a pochi minuti dalla fine, dimostrand­o carattere e determinaz­ione. Alla fine l’Elfic ha vinto in virtù di un maggior tasso tecnico

e del fattore campo. Nulla da fare per il Riva: se le straniere giocano male, non si può pretendere molto dalle giovanissi­me di Montini. Le vallesane hanno allungato nel secondo quarto, chiudendo metà gara avanti di 10, 22-32. Nel secondo tempo, Augugliaro e compagne hanno sparato a salve, 8 punti nel terzo quarto e 7 nell’ultimo, con l’unico canestro in azione a 1’’dalla fine. Montini ha messo in panca più volte le sue straniere evanescent­i: Moten 4/17 al tiro, 5/11 la Brown. Le vallesane, con tre straniere, sono state più forti in ogni reparto, ma con regali del genere non hanno sudato più di tanto per finire 37-61.

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Il Lugano si è fatto riprendere ma all’overtime si è imposto con autorità. Sconfitte per Sam Massagno e, in campo femminile, Riva e Bellinzona
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TI-PRESS/F. AGOSTA

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