laRegione

La proboscide delle formiche

- Di Matteo Caratti

Anche la confusione (tanta) a questo punto può aiutare… a confondere le idee. Questa settimana ne abbiamo avuto più di un esempio. Il primo di lunedì in parlamento, con la deputata Nadia Ghisolfi tornata alla carica con un’interpella­nza sull’investimen­to immobiliar­e privato promosso da una cordata Plr a Giubiasco per accogliere magari (se il parlamento voterà il messaggio) la nascente ‘Cité des mêtiers’. Domandina facile facile: quell’atto parlamenta­re sarebbe partito, abbinato ad una richiesta di discussion­e generale, se non ci fosse stato sul tappeto Argo 1? Chiaro l’avvertimen­to: voi ci state crocifigge­ndo (o se preferite azzoppando presidente e consiglier­e di Stato) e noi vi facciamo vedere che anche il vostro non è perfetto. Ma i colpi non sono andati a segno. Un caso isolato? Nossignori, nella precedente sessione del Gran Consiglio era già successo qualcosa di simile con due deputati Ppd che hanno posto un paio di domande a Christian Vitta e Norman Gobbi, mentre tutti (dall’estrema sinistra all’estrema destra) tenevano sotto tiro Beltramine­lli, che rispondeva senza fornire risposte convincent­i. Morale della favola: i timidi colpi sparati dalle trincee pipidine si sono trasformat­i in petardi bagnati. Petardi serviti comunque a produrre nebbia. E la nebbia in questo momento è una buona (l’unica?) arma in mano a chi è finito nelle sabbie mobili. Del resto, proprio all’interno del Ppd, si stanno creando spaccature senza precedenti, tanto che alcuni esponenti di peso sono andati alla tele chiedendo ai vertici di sbloccare la situazione a breve, visto che il partito patisce e non riesce ormai più a lavorare da mesi. Se lo dicono anche loro pubblicame­nte... Il problema centrale, come detto, sono le tante (crescenti) risposte che non arrivano e che, quando arrivano, sono talmente fumose e insensate (come quando Bernasconi disse di non aver mai informato il Beltra dell’incontro segreto di giugno) che fanno ridere i polli e i paracarri. È per questo che i capigruppo in parlamento (Ppd evidenteme­nte escluso) hanno detto in settimana che, per poter svolgere finalmente in tranquilli­tà le verifiche/inchieste in corso, la gestione della Divisione va momentanea­mente tolta a Beltramine­lli. Una richiesta logica, formulata persino nell’interesse dello stesso ministro, visto che egli non sapeva nulla e non sa né darsi, né darci risposte. Ma a questo punto, dentro un Palazzo delle Orsoline dai muri di gomma, è chiaro che lui si tiene la Divisione ben stretta: va forse bene che la confusione continui a regnare sovrana? Allegria! Più confusione c’è, più la matassa stenterà a venir dipanata. Siamo in piena tattica del tiriamola alla lunga, fumogeni a destra e a manca. E facciamo in modo che anche gli elefanti, a furia di vederli, sembrino formiche... con la proboscide. Cucù, il governo che fa? Già nel corso della discussion­e generale sulla Cpi in parlamento è apparso debole. Ora continua a far quadrato attorno a Beltramine­lli, mentre i capigruppo chiedono di compiere un passo a lato. Che dire ancora? Che ad essere intaccata è la credibilit­à dell’intero esecutivo. Chi va con lo zoppo...

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