Argo 1, martedì la Cpi incontra il governo
Martedì scorso la seduta costitutiva, martedì prossimo l’incontro con il Consiglio di Stato. Prima di entrare nel vivo dei lavori, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Argo 1, presieduta dal leghista Michele Foletti, sta completando i passi formali previsti dalla Legge sul Gran Consiglio. Il 21 la Cpi si è così dotata, fra l’altro, di un proprio regolamento, decidendo di pubblicarlo sul sito del Cantone (fino a ieri non era ancora apparso). Il 28 invece si riunirà con il governo per definire alcune questioni operative. Da ricordare che al capitolo “Commissione parlamentare d’inchiesta” della Legge sul parlamento, l’articolo 44 afferma che il Consiglio di Stato “ha diritto a che un proprio rappresentante presenzi ai lavori commissionali, salvo preminenti esigenze di inchiesta”. Inoltre “ha diritto di essere informato degli elementi riscontrati a carico dei suoi membri e più in generale dell’amministrazione nonché di pronunciarsi in merito”. E “ha diritto di presentare al Gran Consiglio un proprio rapporto pedissequo a quello commissionale”. Uno dei temi dell’incontro potrebbe quindi essere l’eventuale partecipazione alle sedute della Cpi di un rappresentante del governo. Su Argo 1 e dintorni indagano anche l’ex pp Marco Bertoli, il perito designato dall’Esecutivo per i possibili risvolti amministrativi della vicenda, e il Ministero pubblico. Ed è nel quadro dell’inchiesta penale che lunedì è stato interrogato il responsabile dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (Ussi) al Dipartimento sanità e socialità (Dss), dipartimento che aveva assegnato e confermato negli anni (senza risoluzione governativa) il mandato da 3,4 milioni all’agenzia di sicurezza Argo 1 per la sorveglianza di centri d’accoglienza per asilanti. L’interrogatorio dopo che sui conti del capo dell’Ussi gli inquirenti coordinati dal pg John Noseda avevano scoperto una somma sospetta. Il funzionario ha però spiegato, e provato con documenti, che il denaro proveniva da un’eredità. Non dichiarata, tuttavia, al fisco. Perlomeno penalmente niente di rilevante, dunque. Ma i giorni precedenti quell’audizione in Procura, non sono stati sicuramente dei più tranquilli per il Consiglio di Stato. Si temeva infatti il peggio. Ovvero che la somma individuata fosse provento di corruzione. Tant’è, che informato dalla magistratura dell’imminente interrogatorio del dipendente dell’Amministrazione, il governo fra giovedì e venerdì scorsi si è riunito un paio di volte per discutere (pure) della gestione della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, da cui l’Ussi dipende, qualora i soldi fossero derivati da un illecito penale. Ma in una di quelle sedute si è discusso anche di altro attinente al rovente caso. A.MA./SCA