La crescita economica proseguirà
Per gli esperti del Credit Suisse l’anno prossimo il Pil elvetico dovrebbe far segnare un +1,7%
Zurigo – Gli specialisti del Credit Suisse si attendono un 2018 positivo per l’economia svizzera. Secondo le stime, la progressione del prodotto interno lordo (Pil) della Confederazione dovrebbe passare dall’1% di quest’anno all’1,7%, si legge nell’ultima edizione dell’Investment Outlook del numero due bancario elvetico pubblicata ieri. La Svizzera beneficerà con ogni probabilità delle prospettive favorevoli per le esportazioni – risultanti da una crescita globale più forte – e dall’indebolimento del franco, precisa Credit Suisse in un comunicato. Questi due fattori compenseranno la graduale diminuzione dell’impatto di immigrazione e ciclo edilizio, i principali responsabili dello sviluppo elvetico negli scorsi anni. Tuttavia, stando a Oliver Adler, capoeconomista dell’istituto finanziario citato nella nota, al Paese “serve un incremento della produttività nei settori nazionali per sostenere una crescita robusta a lungo termine”. Buone notizie arrivano anche per l’economia globale, che nel 2018, anche a dispetto di una politica monetaria meno espansiva, dovrebbe mettere a segno risultati incoraggianti. Per il Pil a livello mondiale si ipotizza infatti una leggera accelerazione dal 3,6 al 3,8%, mentre per l’inflazione le stime parlano di un calo dal 2,8 al 2,7%. “Restiamo consapevoli dei potenziali rischi di natura politica, economica, geopolitica o regolamentare”, osserva nel comunicato il direttore degli investimenti presso Credit Suisse Michael Strobaek, ma “riteniamo che il 2018 sarà un anno relativamente positivo”. I temi di cui sentiremo parlare saranno l’incremento della “spesa in conto capitale, l’attività di fusione e acquisizione e quindi l’aumento del debito”. A livello regionale, negli Stati Uniti il forte ciclo congiunturale dovrebbe proseguire grazie alla crescita degli investimenti delle aziende, a una ripresa della produttività e a un probabile stimolo fiscale. La previsione del Pil americano per il 2018 indica un +2,5% su base annua, mentre nell’Eurozona esso dovrebbe aumentare del 2%. Nel Vecchio continente si prevede che il ritrovato vigore ciclico continuerà, a meno di una crisi politica o di un consistente apprezzamento dell’euro, scenari ritenuti “improbabili”. La Cina giocherà ancora un ruolo capitale: il suo contributo all’economia planetaria dovrebbe ulteriormente lievitare.