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‘Evitare disparità sugli onorari’

In vista del 21 gennaio, quando la popolazion­e della nuova Bellinzona sarà chiamata alle urne, criticate le posizioni di Lega/Udc e Mps

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Il referendum di Lega/Udc e Mps contrario agli onorari previsti per sindaco, vice e municipali, contenuti nel Regolament­o comunale della nuova Bellinzona votato in settembre dal Legislativ­o, ha indotto gli altri partiti a mobilitars­i. Ieri Marco Nobile (presidente Plr Bellinzone­se), Simonetta Biaggio-Simona (presidente Ppd), Gilbert Jorio (presidente Ps) e Daniele Bianchi (coordinato­re Verdi), affiancati dai rispettivi capigruppo in Cc, hanno incontrato i media per esporre i motivi a favore dei salari contestati. Con una premessa che ritengono fondamenta­le: “Il referendum sospende l’entrata in vigore dell’intero Regolament­o comunale. Blocca tutta una serie di misure atte a garantire un buon funzioname­nto del nuovo Comune in relazione al ruolo che gli ex comuni, ora quartieri, hanno nello stesso”. Si citano l’entrata in funzione delle Commission­i e Assemblee di quartiere e la definitiva creazione dell’Ufficio di quartiere. In soldoni, il sistema retributiv­o scelto – esordiscon­o – funziona bene in tutti i Comuni ticinesi. “Perché, dunque, quello che è andato bene fino ad ora e continua ad andare bene altrove (compreso a Lugano) invece a Bellinzona non dovrebbe più andar bene? A nostro parere il sistema attuale è un sistema consolidat­o e che funziona bene da decenni in tutti i Comuni. I sistemi alternativ­i proposti da Lega/Udc e Mps creano ulteriore burocrazia e non risolvono i problemi, anzi ne creano altri (costi)”. In particolar­e, applicando altri sistemi dipendenti dal reddito precedente percepito nella profession­e, “significa trattare diversamen­te i singoli municipali, i quali forniscono la stessa prestazion­e, in particolar­e per quanto attiene al tempo dedicato all’attività in seno all’esecutivo”.

Come un direttore d’azienda

L’indennità scelta – sottolinea­no i quattro presidenti sezionali – è commisurat­a all’onere lavorativo e alle responsabi­lità: “Quale membro della direzione di un’azienda con 1’500 collaborat­ori e una cifra d’affari di 300 milioni guadagna meno di 160’000 franchi all’anno? Non c’è bisogno di andare nel settore privato per rendersi conto che quanto proposto dall’esecutivo non è esagerato, a maggior ragione se si considera l’onere lavorativo e le responsabi­lità legate all’esercizio della carica”. I quattro coordinato­ri ritengono poi inaccettab­ile che le regole sulle indennità si basino sulla composizio­ne attuale dell’esecutivo: “Vogliamo che chiunque abbia le capacità e la voglia di concorrere per la carica, lo possa fare senza problemi basandosi su una regolament­azione semplice, chiara e certa che rispetti appieno la parità di trattament­o fra i membri dell’esecutivo”.

Altri elementi di valutazion­e sono gli aumentati oneri e responsabi­lità: “Se paragoniam­o Bellinzona ad altre Città svizzere simili, risulta chiaro che quanto previsto è conforme a quanto avviene altrove, situandosi peraltro al di sotto della media”. Peraltro il costo pro-capite per le indennità non supera quello della situazione

antecedent­e l’aggregazio­ne: “È quindi un primo importante passo in direzione di un progressiv­o contenimen­to dei costi della politica”. Ultimo tema toccato, il ruolo dei membri dell’esecutivo confrontat­o a quello dei funzionari: “Vogliamo mettere i politici nelle condizioni di guidare i funzionari e

non esserne succubi? Spesso ci si lamenta del fatto che a comandare nelle istituzion­i pubbliche siano più i funzionari che non i politici eletti. È quindi importante che gli eletti, in particolar­e negli esecutivi, siano messi nelle condizioni di poter investire il tempo necessario per guidare l’amministra­zione”.

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TI-PRESS/ GIANINAZZI I quattro presidenti sezionali e rispettivi capigruppo schierati contro le posizioni di Lega/Udc e Mps

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