‘Pugile dell’Isis’, nessuno sconto
Niente sconti per lui, e consistente riduzione invece per la moglie. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno ridotto da 5 anni a 3 anni e 4 mesi la pena a Salma Bencharki, moglie del cosiddetto ‘pugile dell’Isis’ Abderrahim Moutaharrik che si allenava in una palestra di Canobbio. Entrambi di origine marocchina, erano stati arrestati nell’aprile dello scorso anno per terrorismo internazionale. La riduzione di pena è stata motivata per effetto della concessione delle attenuanti generiche che ha comportato la revoca della sospensione della responsabilità genitoriale stabilita in primo grado nei confronti della donna che si trova attualmente in carcere. Secondo l’accusa, i due coniugi avrebbero voluto portare con loro in Siria a combattere per l’Isis i figli che al momento dei fatti avevano, rispettivamente, due e quattro anni. Resta invece sospesa la responsabilità genitoriale per il campione svizzero di boxe thailandese che si allenava con la maglietta dello Stato Islamico al quale è stata ribadita la condanna a 6 anni inflitta in primo grado nel febbraio scorso dal gup Alessandra Simion col rito abbreviato. Ridotta la pena anche per Abderrahmane Khachia (da 6 anni a 5 anni e 4 mesi), anche lui marocchino, residente in provincia di Varese, fratello di Oussama (giovane morto in Siria) e arrestato assieme alla coppia. Dopo la lettura della sentenza – riferiscono i media italiani – fuori dall’aula, Wafa Koraichi ha espresso in lacrime tutto il suo disappunto per la condanna: «Non è giusto, ho detto tutto ai magistrati», mentre il marito ha urlato dirigendosi verso il pg Nunzia Ciaravolo: «Faccio il cuoco, lavoro dal mattino alla sera, pago le tasse, non è giusto». I carabinieri sono intervenuti a protezione della magistrata. Per il campione di boxe thailandese che frequentava il Luganese, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha sancito che dovrà quindi scontare 6 anni di reclusione per aver sviluppato legami con il sedicente Stato Islamico.