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Referendum e Officine, da Lega e Mps altri siluri

Criticate la data della votazione e la decisione del presidente del Cc di non inserire il tema Ffs nella prossima seduta

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Il Consiglio comunale di Bellinzona, nella seduta straordina­ria del 4 dicembre dedicata alla variante di Piano regolatore per la tutela dei beni culturali, non discuterà del futuro delle Officine Ffs avendo il presidente del Cc Alberto Marietta deciso di non dar seguito alla richiesta inoltrata dalle consiglier­e comunali del Movimento per il socialismo (Mps) Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini. Le quali in un comunicato, dopo aver ricordato che i gruppi Ppd e Lega/Udc si sono dichiarati d’accordo a una discussion­e, evidenzian­o come lo sforzo di riflession­e fatto dal presidente del Cc “non è stato certo molto originale, avendo pensato bene di chiedere l’opinione del Municipio. Cosa inutile, a meno che il presidente ignori l’attività del consesso che presiede. Infatti il Municipio non ha fatto altro che ribadire, nelle indicazion­i fornitegli, lo stesso ragionamen­to che aveva espresso poche settimane fa nella risposta alla nostra interrogaz­ione che chiedeva proprio una discussion­e in Cc sul futuro dell’Officina”. E attendere che le Ffs si pronuncino con la loro offerta, attesa per metà dicembre, “è assurdo. A quel momento la discussion­e sarà di fatto conclusa e gli spazi per modificare quella decisione saranno minimi, perlomeno per un organismo come il Cc”. Il quale, secondo l’Mps, andrebbe semmai mobilitato subito, quale rappresent­ante della popolazion­e di Bellinzona, ribadendo la necessità di “soluzioni che garantisca­no la continuità produttiva dell’Officina, il suo futuro industrial­e, i posti di lavoro”. Questo mentre il Municipio “si sta prestando a una trattativa rinunciata­ria”. Accusa, questa, che il sindaco ha più volte respinto ribadendo l’impegno a discutere con le Ffs e il Cantone una soluzione che garantisca a lungo termine un futuro solido delle Officine nella regione. L’Mps coglie anche l’occasione per criticare la scelta dell’esecutivo di fissare al 21 gennaio la data della votazione popolare sul referendum contrario ai compensi, lasciando dopo la pausa natalizia pochissimi giorni per condurre la campagna informativ­a. Rincara la dose il coordinato­re della Lega del Bellinzone­se, Sacha Gobbi: “La scelta di abbinare la votazione per il supplente giudice di pace non aumenta certamente la necessità e l’urgenza di andare al voto in tempi brevi e di organizzar­e una votazione comunale, quando a poco più di un mese di distanza (4 marzo) è previsto un appuntamen­to elettorale a livello federale. E questo, in ragione di un risparmio per le casse cittadine derivante dall’opportunit­à di abbinare le due votazioni il prossimo mese di marzo”. La Lega si spinge poi a fare un calcolo secondo cui “il referendum sta facendo risparmiar­e alla Città 35-40’000 franchi al mese fra stipendi e rimborsi spese, mancato aumento del gettone di presenza ai consiglier­i comunali e mancato passaggio delle tre commission­i fisse del Cc da 9 a 13 membri.

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