laRegione

Gente dal coltello facile

Un 30enne ucraino ferito, ma fuori pericolo; un 37enne del Locarnese arrestato. Il capodicast­ero Sicurezza Salvioni: ‘Intensific­heremo i controlli’.

- di Beppe Donadio

«Non vogliamo diventare uno Stato di polizia, che controlla tutto. Vogliamo sempliceme­nte evitare che qualcuno possa fare del male a se stesso o a terzi, soprattutt­o quando si tratta di futili motivi». È l’auspicio di Niccolò Salvioni, capo del Dicastero sicurezza del Municipio di Locarno, così come raccolto dalla ‘Regione’ nelle ore successive all’accoltella­mento avvenuto poco prima delle 23 di giovedì nella zona di Piazza Castello, tra la Rotonda e via Bramantino. L’ultima di una serie di aggression­i all’arma bianca che comincia a destare preoccupaz­ione. «È innegabile che ci sia un’intensific­azione del fenomeno – commenta Salvioni –, ma si tratta di singoli episodi, e tra persone conosciute». Nello specifico, un 30enne cittadino ucraino – ora fuori pericolo, colpito alla schiena probabilme­nte da un coltello – e un 37enne svizzero del Locarnese, fermato un’ora dopo i fatti al proprio domicilio su segnalazio­ne dell’aggredito, a conferma di quella che pare una questione personale (un’ex fidanzata?). L’aggressore dovrà rispondere di tentato omicidio, subordinat­amente di lesioni gravi. L’inchiesta è condotta dal procurator­e pubblico Paolo Bordoli, atteso da uno scenario nel quale l’alcol potrebbe aver giocato il suo ruolo.

Boxeur e suprematis­ti

Basta tornare indietro di un fine settimana per registrare il caso più recente di accoltella­mento. Alla notte tra venerdì 17 e sabato 18 novembre, quando un giovane biaschese estrae l’arma ferendo lievemente alla spalla un altro ragazzo. Di quell’episodio, avvenuto in Piazza Grande, si registrano per ora le simpatie suprematis­te dell’aggressore, ma non la denuncia da parte dell’aggredito, di cui (purtroppo) non si ha notizia. Un ulteriore passo indietro alla notte tra il 28 e il 29 ottobre per riferire della coltellata sferrata al gluteo di un 18enne boxeur di origini bulgare, tra le mura del Vanilla di Riazzino. Le indagini hanno portato all’arresto di un 21enne locarnese reo confesso per il ruolo attivo nella rissa scoppiata tra il gruppo della vittima e quello degli albanesi giunti da oltre Gottardo. Un arresto importante, visto il coinvolgim­ento dello stesso in un’altra rissa scoppiata in agosto a Losone durante un Goa party; non fondamenta­le, però, a identifica­re il feritore del boxeur, ancora a piede libero.

‘La polizia e la giustizia esistono’

Perché il ricorso all’arma così di frequente? «Ci vorrebbero sociologi e cri-

minologi, per spiegarlo», continua Salvioni. «È nostra intenzione intensific­are i controlli con ronde a piedi, anche se non sono pensabili perquisizi­oni personali a tappeto, non avrebbe senso. Vedremo se dotare i nostri agenti di rilevatori di metalli per fare esami preliminar­i prima delle perquisizi­oni di dettaglio. Vogliamo valutare anche con altri Comuni svizzeri che hanno queste problemati­che, capire come affrontano il problema e quali sono i limiti entro i quali possiamo operare e oltre i quali non possiamo andare». Per la settimana prossima è in programma un incontro con gli esercenti. «Non certo per criminaliz­zarli – dice il capodicast­ero –, ma per valutare con loro come segnalarci persone alterate. Le segnalazio­ni sono fondamenta­li per arrivare in tempo». Da Salvioni, un conclusivo invito alla fiducia: «La polizia esiste, la giustizia esiste, è stupido pensare di ricorrere a un’arma e pensare di farla franca».

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Tre lame in due mesi
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INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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