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Tre, il numero che fa male

Nuova battuta d’arresto per il Lugano, sconfitto dallo Zugo nonostante la ‘scossa’ di Ireland e la doppietta di Lapierre

- Di Christian Solari

Lugano – Stavolta Ireland stupisce tutti. Quando, all’inizio del periodo di mezzo – che il Lugano inizia in ritardo di due reti (prima Suri all’8’, poi Martschini al 16’) – tra i pali del Lugano a sorpresa si presenta Manzato al posto di Merzlikins. È davvero un segnale, quello del coach canadese dei bianconeri. Ma non è certo l’unico. Dopo un primo tempo in cui lo Zugo cerca di aggredire il suo avversario mettendola sul piano dell’intensità. E a conti fatti ci riesce. Siccome sarà proprio in quei venti minuti che la squadra di Harold Kreis getterà le basi per il suo quarto successo di fila. Che, purtroppo per Ireland, coincide con la terza sconfitta consecutiv­a di un Lugano che non vince più dalla pausa dedicata alla Nazionale.

I bianconeri negli ultimi 40’ le provano tutte per evitare la sconfitta. Che, però, non ha ripercussi­oni in classifica.

Eppure, quel 2-0 al rientro dalla pausa – subito complicato dalla sottile deviazione di McIntyre che spiazza Manzato sulla sua prima conclusion­e in assoluto – sancirà l’inizio di un’altra partita. Mentre il cinquantad­uenne tecnico dell’Ontario decide pure di dare una fisionomia completame­nte diversa alle retrovie, promuovend­o Kparghai a fianco di Furrer e piazzando Riva con Chiesa e Ronchetti con l’ameri- cano Sanguinett­i. Concedendo pure qualche cambio al debuttante Lucas Matewa, diciottenn­e ala degli élite che giocherà per quattro o cinque cambi. Difficile dire quanto le modifiche abbiano influito, sta di fatto che da quel momento in poi il Lugano riprende colore. E sostanzial­mente fa e disfa sino alla fine. Anche perché comincia a porsi meno domande quando si ritrova il disco per le mani, cercando con maggior frequenza la porta di Stephan. Tuttavia, i ben trentatré tiri degli ultimi quaranta minuti non basteranno. Infatti lo Zugo si piega ma non si spezza. Anche perché, per sua fortuna, appena quarantadu­e secondi dopo il 2-3 in shorthand firmato da un Lapierre che infiamma la Resega, il doppio tocco di Stalberg sulla medesima penalità inflitta a Sanguinett­i segnerà la svolta decisiva della serata. Pur se i bianconeri, naturalmen­te, non smetterann­o mai di provarci. Nemmeno nel concitato finale, in cui lo Zugo è sostanzial­mente costretto a stare a guardare, stringendo i denti prima dell’inutile 2-5 del solito Stalberg a sette secondi dalla sirena finale. E stasera, alla Valascia, è ancora tempo di derby. Ireland confida che quella partita possa trasformar­si in un punto di svolta, in una settimana che segnerà il ritorno in pista di Damien Brunner, che potrebbe inaugurare la sua stagione o martedì a Davos, oppure giovedì a Ginevra.

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TI-PRESS/PUTZU Maxime Lapierre, il migliore dei suoi, ha riacceso le speranze bianconere prima del 2-4 di Stalberg

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