Cala il sipario e si guarda al 2018
Vettel scruta il meteo nella tarda mattinata afosa di Abu Dhabi e stacca nelle prime libere il miglior tempo. Hamilton attende la brezza dell’imbrunire con la discesa verticale della temperatura dell’asfalto per staccare la prima posizione nelle seconde libere, con il tedesco secondo e molto vicino. In fondo il racconto dell’ultimo Gp di una stagione in cui tutto è ormai deciso è riassunto qui: quello di un duello che per metà campionato circa è stato molto bilanciato e per la Rossa sorprendente, e in seguito è stato in assoluto favore delle Frecce d’Argento e di Hamilton, per poi tornare recentemente di nuovo positivo per Vettel. Pensando al 2018 e a 21 Gran premi, i piloti sognano solo un break perché insieme allo stress dei circuiti veri e propri, si aggiunge tutta la parte promozionale e di p.r. che li assorbe, stanca e annoia sempre più. Succederà poco, rotture permettendo nelle qualifiche o in corsa: Yas Marina è un circuito un po’ banale, scenografico e che diventa anche inutile se il Mondiale è già assegnato come in questa stagione. Il tema dominante diviene così la stagione che verrà, con ben sette coperture da parte di Pirelli per rendere – si spera – più avvincente ogni singola gara, dando ai piloti pneumatici sempre più soft e performanti. Sul piano propulsori l’unico cambiamento di nota sarà l’obbligo di montare senza penalità un massimo di 3 unità endotermiche, in pratica 7 gare con 1 motore. Una vera sfida alla affidabilità. Poi ci sarà la McLaren con un’inedita collaborazione con la Renault, dopo l’amaro sfogo di giovedì di Alonso che si è detto “deluso” dalla Honda. Giapponesi che iniziano con Toro Rosso una nuova relazione e che auspicano più proficua e intensa che non con Woking. Il costruttore del Sol Levante, con lo stile che gli appartiene, ha sempre sottolineato le proprie colpe, ma pure, a suo dire, quelle della McLaren sul piano delle sinergie e del lavoro comune. Toro Rosso che si gioca con Renault e Force Haas un posto chiave nel Mondiale 2017 che vale milioni e il cui team manager lancia accuse poco velate di trattamenti inadeguati da parte della casa transalpina sulla durata dei motori, rotti peraltro pure ieri. Sauber infine attende la decisione sulla possibilità di chiamarsi Sauber-Alfa Romeo, con Leclerc certamente a bordo per volere Ferrari e Giovinazzi forse in Haas qualora non si trovasse l’accordo economico per l’uscita di Ericsson. Molta politica e marketing insomma, in attesa di una vera svolta che all’orizzonte appare come coperta dalle dune. Liberty Media – che gestisce pure la Formula E, è opportuno ricordarlo – deve ancora completare il cambiamento atteso ed auspicato. È più semplice girare il volante in pista che nelle stanze dei bottoni.