laRegione

‘Occorre una tutela adeguata’

Legge prostituzi­one e protezione vittime di tratta, Kandemir Bordoli: giusto il passo della commission­e La deputata del Ps autrice, nel 2013, della proposta di nuovo articolo. La Delegata cantonale Finzi: fenomeno complesso.

- Di Andrea Manna

Lo aveva proposto nell’aprile del 2013, a pochi mesi dalla pubblicazi­one del messaggio governativ­o sul disegno di nuova legge per disciplina­re in Ticino il mondo a luci rosse. Ora quell’articolo – suggerito da Pelin Kandemir Bordoli per rafforzare a livello cantonale la tutela delle prostitute vittime di tratta e di riflesso la lotta allo sfruttamen­to – figura nel progetto di normativa varato mercoledì scorso dalla commission­e parlamenta­re della Legislazio­ne firmando il rapporto di Giorgio Galusero (Plr) e Amanda Rückert (Lega). Nel testo di legge per regolament­are il sesso a pagamento, sul quale si pronuncerà prossimame­nte il Gran Consiglio, c’è quindi anche la norma chiesta a suo tempo dalla deputata socialista (vedi a lato). «La commission­e – dice Kandemir Bordoli alla ‘Regione’ – ha riconosciu­to, dimostrand­o sensibilit­à e attenzione al problema, la necessità di fornire ulteriori strumenti per un’adeguata protezione di chi è vittima di tratta di esseri umani e sfruttamen­to, nella fattispeci­e la persona che si prostituis­ce. Insomma, un passo doveroso nella giusta direzione». Eppure il Codice penale svizzero, dunque una legge federale, dispone già di un articolo (il 182) sul reato di tratta. Tuttavia, stando al rapporto commission­ale, in Ticino “manca una rete di protezione che sia da incentivo per le vittime a denunciare”. Mancherebb­ero “strutture di collocamen­to per assistere queste persone e levarle dal rischio di sfruttamen­to”. La prostituta, riprende Kandemir Bordoli, «che vive una situazione di precarietà, di fragilità o di illegalità per via del suo statuto, se straniera, avrà non poche difficoltà a segnalare casi di tratta o sfruttamen­to se non può contare su un’efficace tutela da parte del Cantone, cioè dello Stato». Perché allora non far capo alla Legge federale sulla protezione extraproce­ssuale dei testimoni? Il relativo programma di tutela, rileva però la Commission­e della legislazio­ne, “non è per forza il più idoneo per questa tipologia di vittime, poiché sono spesso persone che necessitan­o solo di una protezione temporanea, ma che non vogliono sparire, cambiare identità e vita”. La tratta di esseri umani, sottolinea, da noi interpella­ta, Cristiana Finzi, Delegata cantonale per l’aiuto alle vittime di reati, «è un fenomeno complesso e difficile da contrastar­e penalmente». Un aspetto «molto delicato è l’aiuto: non è facile sostenere le vittime – sovente impaurite e diffidenti – con misure di protezione che sono comunque transitori­e rispetto al loro percorso di vita». Quanto chiede la norma proposta dalla commission­e, aggiunge Finzi, «in parte c’è

già: alludo al periodo di riflession­e o al permesso di soggiorno provvisori­o sino alla fine del processo penale. Considero tuttavia interessan­ti il secondo e il terzo capoverso del prospettat­o articolo di legge, nei quali si menziona la formazione continua dei profession­isti confrontat­i

con il tema e il finanziame­nto per un sostegno mirato a questa casistica». Una vittima di tratta, annota Finzi, «necessita di un supporto psico-educativo importante e continuo nella protezione, nella procedura penale e nell’eventuale ritorno al proprio paese».

 ?? TI-PRESS ?? La norma è stata fatta propria dalla Legislazio­ne
TI-PRESS La norma è stata fatta propria dalla Legislazio­ne

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland