‘Occorre una tutela adeguata’
Legge prostituzione e protezione vittime di tratta, Kandemir Bordoli: giusto il passo della commissione La deputata del Ps autrice, nel 2013, della proposta di nuovo articolo. La Delegata cantonale Finzi: fenomeno complesso.
Lo aveva proposto nell’aprile del 2013, a pochi mesi dalla pubblicazione del messaggio governativo sul disegno di nuova legge per disciplinare in Ticino il mondo a luci rosse. Ora quell’articolo – suggerito da Pelin Kandemir Bordoli per rafforzare a livello cantonale la tutela delle prostitute vittime di tratta e di riflesso la lotta allo sfruttamento – figura nel progetto di normativa varato mercoledì scorso dalla commissione parlamentare della Legislazione firmando il rapporto di Giorgio Galusero (Plr) e Amanda Rückert (Lega). Nel testo di legge per regolamentare il sesso a pagamento, sul quale si pronuncerà prossimamente il Gran Consiglio, c’è quindi anche la norma chiesta a suo tempo dalla deputata socialista (vedi a lato). «La commissione – dice Kandemir Bordoli alla ‘Regione’ – ha riconosciuto, dimostrando sensibilità e attenzione al problema, la necessità di fornire ulteriori strumenti per un’adeguata protezione di chi è vittima di tratta di esseri umani e sfruttamento, nella fattispecie la persona che si prostituisce. Insomma, un passo doveroso nella giusta direzione». Eppure il Codice penale svizzero, dunque una legge federale, dispone già di un articolo (il 182) sul reato di tratta. Tuttavia, stando al rapporto commissionale, in Ticino “manca una rete di protezione che sia da incentivo per le vittime a denunciare”. Mancherebbero “strutture di collocamento per assistere queste persone e levarle dal rischio di sfruttamento”. La prostituta, riprende Kandemir Bordoli, «che vive una situazione di precarietà, di fragilità o di illegalità per via del suo statuto, se straniera, avrà non poche difficoltà a segnalare casi di tratta o sfruttamento se non può contare su un’efficace tutela da parte del Cantone, cioè dello Stato». Perché allora non far capo alla Legge federale sulla protezione extraprocessuale dei testimoni? Il relativo programma di tutela, rileva però la Commissione della legislazione, “non è per forza il più idoneo per questa tipologia di vittime, poiché sono spesso persone che necessitano solo di una protezione temporanea, ma che non vogliono sparire, cambiare identità e vita”. La tratta di esseri umani, sottolinea, da noi interpellata, Cristiana Finzi, Delegata cantonale per l’aiuto alle vittime di reati, «è un fenomeno complesso e difficile da contrastare penalmente». Un aspetto «molto delicato è l’aiuto: non è facile sostenere le vittime – sovente impaurite e diffidenti – con misure di protezione che sono comunque transitorie rispetto al loro percorso di vita». Quanto chiede la norma proposta dalla commissione, aggiunge Finzi, «in parte c’è
già: alludo al periodo di riflessione o al permesso di soggiorno provvisorio sino alla fine del processo penale. Considero tuttavia interessanti il secondo e il terzo capoverso del prospettato articolo di legge, nei quali si menziona la formazione continua dei professionisti confrontati
con il tema e il finanziamento per un sostegno mirato a questa casistica». Una vittima di tratta, annota Finzi, «necessita di un supporto psico-educativo importante e continuo nella protezione, nella procedura penale e nell’eventuale ritorno al proprio paese».