Il gesto ha la voce di Sighanda
Segue da pagina 21 (...) in tempo reale quanto non cantato dall’artista. La fusione di sensi di Sighanda (all’anagrafe Dominique Fidanza), i cui segni grafici si trovano in splendida mostra tanto nel curato packaging del cd che nei live visuals (proiezioni ‘suonate’ da Roberto Mucchiut), può dirsi così interamente compiuta. I profumi del Mediterraneo, infatti, arrivano dalla lingua siciliana, che traina quella italiana e apre a incursioni in francese che sono imprevedibile aggiunta al piacere sonoro complessivo. Crocevia, si diceva. L’album unisce Sardegna (Caterina Angela Fadda, Marco Boi), Sicilia (Carmelo Graceffa), Spagna (Edurne Arizu, Carola Ortiz, Leo Torres) e un violoncello dalla ‘fredda’ Svezia (Björt Runarsdottirs). Esecuzioni ‘miscelate’ alla maniera di Taketo Gohara, quello del Brunori più ‘sonoro’ di sempre in ‘A casa tutto bene’. Che Sighanda sia artista unica lo sa bene questo giornale (di tanto in tanto le sue opere illustrano al meglio le parole di tutti noi). Con l’ascolto, di lei, si scopre il resto. ‘Mitofonie’ contiene storia moderna e antica, estratti dalla mitologia greca, momenti prettamente umani come lo
‘Oświęcim’ sterminio nazista cantato in e gli umani luoghi comuni narrati nella cantautorale ‘Accura’. Tra tutto il buono visto e ascoltato, un colpo al cuore arriva sia dal vivo che su disco quando in scena va la storia dello scultore Filippo Bentivegna (siciliano di Sciacca), un’artistica pazzia che acquisisce forma canzone ed ulteriori brividi nella splendida ‘Filippu di li testi’. E giusto al centro dello spettacolo – poco più in là della metà del cd – c’è un momento per soli voce e chitarra che diventa musica d’insieme quando dal fondo della sala sfila una rappresentanza dell’Associazione New ability, che raggiunge la protagonista sul palco per eseguire ‘La volpe’. È in quel momento che il gesto prende voce, e canta.
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