laRegione

Tagli nel pubblico, si passa al privato

- Di Serse Forni

Una settimana fa la Città di Locarno, nell’ambito di una riorganizz­azione del personale, segnalava l’intenzione di lasciare a casa sei dipendenti inadempien­ti. Ora tocca a Losone, il cui Municipio ha deciso di licenziare prossimame­nte quattro sue impiegate, addette alla pulizia negli stabili comunali. Dopo concorso pubblico, saranno sostituite da una ditta privata. La differenza fra i due casi, tuttavia, c’è ed è palese: le quattro losonesi, domiciliat­e nella località sulla destra della Maggia, madri di famiglia (tre hanno ancora figli agli studi), hanno sempre svolto i loro compiti a piena soddisfazi­one del datore di lavoro. Lo confermano le stesse autorità locali in un documento interno (cfr. articolo nelle pagine di Locarno e valli). In nessun modo sono da considerar­si “inadempien­ti” e perciò l’unico motivo che spinge le autorità locali è la volontà di risparmiar­e sui costi in questo settore. Un taglio che tuttavia solleva diverse perplessit­à. Le casse del Comune sono sane, come ha sottolinea­to il sindaco Corrado Bianda il 15 novembre scorso commentand­o i preventivi 2018. Allora perché? Bene fanno Ppd e Lista della sinistra a pretendere dal Municipio delle risposte chiare: quanto si risparmier­à? E soprattutt­o quali altre misure di razionaliz­zazione si nascondono dietro l’angolo? Finiranno sotto la mannaia della privatizza­zione altri servizi comunali (mensa, agenti privati, Ufficio tecnico e via dicendo)? Persino la Lega dei ticinesi è già intervenut­a, chiedendo un deciso dietrofron­t, salvando quindi i quattro impieghi pubblici. Ma al di là di quelle che possono essere le ragioni finanziari­e, ci sono altre questioni che andranno approfondi­te. La prima è legata al piano sociale previsto per le future ex impiegate, che prevede l’obbligo di riassunzio­ne da parte della ditta privata e un contributo comunale di due anni per coprire eventuali differenze salariali (i privati pagano meno?). Se queste misure siano sufficient­i lo stabiliran­no i sindacati, che saranno interpella­ti dalle dirette interessat­e. Insomma, i quattro licenziame­nti – che a Losone stanno facendo parecchio discutere – da diverse parti vengono considerat­i una manovra eccessivam­ente drastica e, da chi ne è toccato personalme­nte, anche molto dolorosa. Per anni (alcune per decenni) le quattro dipendenti pubbliche hanno pulito alle scuole elementari, negli uffici dell’amministra­zione, in quelli dell’Autorità regionale di protezione (ex tutoria) e nel prefabbric­ato della polizia. Luoghi per diverse ragioni delicati e sensibili, dove affidabili­tà, discrezion­e e riservatez­za sono considerat­e doti indispensa­bili. Nella situazione attuale è confortant­e – anche per i genitori, ai quali non è ancora stata data comunicazi­one del provvedime­nto – sapere che le persone che spazzano aule e corridoi, in orari in cui ci sono ancora alunne e alunni nell’istituto per le attività del doposcuola, siano degne della massima fiducia. Non è detto, per forza di cose, che con la privatizza­zione siano ancora le stesse quattro addette alle pulizie a occuparsi di tali mansioni. Saranno i responsabi­li della ditta privata prescelta a decidere. In conclusion­e ci si conceda una punzecchia­tura all’Udc, che a Losone è uno dei primi partiti e che del concetto “prima i nostri” ha fatto la sua bandiera: forse le folate di vento da nord, che hanno soffiato impetuose negli scorsi giorni, hanno strappato quella bandiera o forse “prima i nostri” si riferisce agli utili delle casse comunali e non alle persone che per l’ente pubblico lavorano duro. Persone che presto si troveranno davanti a un futuro lavorativo più incerto.

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