laRegione

Ppd in ostaggio. Viva la libertà di stampa

- Di Matteo Caratti

Cari lettori e cari cittadini, il nostro lavoro consiste nell’informare l’opinione pubblica: riportare fatti, svolgere inchieste, fornire chiavi di lettura. A volte, chi detiene il potere (politico in particolar­e), non gradisce che i fatti vengano portati alla luce del sole. Di qui la protesta per lesa maestà e il ‘vade retro’ ai giornalist­i che non cantano in coro. Anche in modo inedito (cfr. pag. 4). Per esempio con una lettera a tutti i fuochi del cantone, spendendo decine di migliaia di franchi, per dare la propria versione, prendendos­ela con le penne che non marciano come si vorrebbe e anche delegittim­ando il lavoro delle testate ritenute fastidiose. Il prossimo passo potrebbe essere – indoviniam­o? – l’avvio di qualche causa legale, per cercare di far tirar via le mani dal dossier a qualche giornalist­a. State a vedere. Di solito si inizia tentando di togliergli perlomeno il sonno, inviando un ‘bel’ precetto esecutivo… Un déjà vu. Tranquilli, noi continuere­mo serenament­e sulla nostra strada. Anche nei cunicoli inesplorat­i dell’Argogate che da mesi ormai occupa i tre poteri dello Stato e blocca un partito (poveretto, in ostaggio!) che ha sicurament­e molto da offrire al Ticino, e non certo solo questo miserevole spettacolo, inscenato da un paio di primi attori azzoppati da mesi, ma che si tengono ben stretto il cadreghino sempre più traballant­e. Che altro dire? Viva la libertà di stampa, bene prezioso, non per niente garantito dalla Costituzio­ne!

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