Una spinta ai salari reali
L’Unione sindacale svizzera chiede aumenti compresi tra l’1,5 e il 2 per cento Le prospettive economiche per l’organizzazione dei lavoratori sono migliorate. Per questa ragione bisognerebbe adeguare al rialzo gli stipendi.
La situazione economica è migliorata e il rincaro si è rafforzato: sulla base di queste argomentazioni l’Unione sindacale svizzera (Uss) ribadisce le richieste avanzate la scorsa estate e chiede aumenti di stipendi tra l’1,5 e il 2%, per il 2018. L’Unione svizzera degli imprenditori li ritiene troppo elevati. “Le prospettive dell’economia svizzera si sono rapidamente e nettamente rasserenate negli ultimi tempi”. “La situazione è chiaramente migliorata rispetto a quanto era previsto sei mesi fa, all’avvio delle trattative salariali”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Berna il presidente dell’Uss Paul Rechsteiner. I negoziati finora conclusi tengono “troppo poco conto del nuovo contesto”, secondo l’Uss, che riunisce 16 sindacati, tra cui Unia. Complessivamente sono rappresentati 380mila membri. Per i sindacati dell’Uss è difficile stilare un bilancio dal momento che solo la metà delle negoziazioni è terminata. Mancano ancora grandi imprese come la Posta, ha aggiunto Daniel Lampart capo economista di Uss. Parallelamente – precisa l’Uss – l’inflazione è aumentata per la prima volta da cinque anni: in ottobre
era dello 0,7%. Secondo i sindacati il rincaro si manterrà nel 2018 a causa dell’aumento del prezzo del petrolio e di quello dei prodotti importati per il deprezzamento del franco. L’anno prossimo dovrebbe situarsi tra lo 0,5% e l’1%, ha indicato Lampart. A ciò si aggiunge un incremento dei contributi al secondo pilastro. “In assenza di un aumento sensibile, i salari
reali scenderanno”, “ciò è inaccettabile” ha dichiarato Rechsteiner. “Il datore di lavoro che rifiuta di migliorare sensibilmente il salario del suo personale si esporrà alla forte pressione di doversi giustificare in quanto sono i lavoratori che realizzano una gran parte dei buoni risultati”, ha affermato Rechsteiner. Secondo le cifre dell’Ufficio federale di statistica (Ust) i salari nominali sono progrediti complessivamente solo dello 0,2% nel primo semestre. Ciò è meno rispetto agli accordi salariali per il 2017 che prevedevano un aumento di circa lo 0,5%, viene indicato. Segnali di sviluppi problematici si hanno soprattutto in settori senza contratto collettivo di lavoro (Ccl), ha sottolineato il sindacato Unia, che vede in particolare necessità di recupero nei settori del commercio e dell’edilizia. Viene costruito come non mai, i libri delle commesse sono pieni, eppure i costruttori edili vorrebbero negare un “decente aumento salariale”, ha sottolineato la presidente di Unia Vania Alleva. I sindacati vogliono quindi Ccl che contengano disposizioni salariali per il commercio al dettaglio, il giornalismo e l’assistenza per l’infanzia.
Il potere d’acquisto è più elevato
Contattata dall’Ats, l’Unione svizzera degli imprenditori (Usi) stima che gli aumenti salariali richiesti dall’Uss siano piuttosto elevati. “Numerose imprese soffrono ancora dello choc del franco forte e hanno una urgente necessità di investire di nuovo” ha detto Fredy Greuter, membro della direzione dell’Usi. Secondo gli imprenditori incrementi di stipendi su un ampio fronte minacciano la capacità concorrenziale della Svizzera. Inoltre l’Usi nota che i salari reali dei dipendenti – secondo un sondaggio di Ubs – sono aumentati ogni anno dell’1,2% tra il 2008 e il 2016.