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Le bollicine che vengon dal lago

Un’azienda agricola di Arogno sperimenta la stagionatu­ra dei vini in acqua, scegliendo il Ceresio La pratica esiste anche in altri Paesi europei, ma in Svizzera è una novità. Promossa da più parti, il Cantone precisa però: ‘Aperti a emulazioni, dovesse pr

- di Dino Stevanovic

Color rosa corallo tenue, sapore fruttato e un po’ cremoso, e naturalmen­te le inconfondi­bili bollicine. Il “Marà del lago” dell’azienda agricola Bianchi di Arogno sembra uno spumante come tanti. Eppure, ha un segreto anche se parzialmen­te svelato dal nome: il rosé ha passato circa dieci mesi di maturazion­e nel Ceresio, viene letteralme­nte dal lago. Un progetto innovativo – oltretutto pionierist­ico per il nostro Paese – nato e sostenuto con l’avvallo del Cantone. L’idea è venuta ai fratelli Gabriele e Martino Bianchi. I due giovani, rispettiva­mente 26 e 23 anni, alcuni anni fa hanno ripreso l’azienda di famiglia, portandone avanti l’impronta biologica. «L’ispirazion­e è venuta parlandone con un amico e collega che ha dei vigneti nella Champagne (Francia, ndr) – racconta il maggiore –. Lui aveva già sperimenta­to il metodo, ma nel mare». E così, prendendo spunto dai vigneti che dall’alto si specchiano nel Ceresio, a gennaio è stato deciso di inserire le prime 167 bottiglie proprio nel lago. «Desiderava­mo valorizzar­e questa risorsa che abbiamo, restando fedeli alla filosofia che ci contraddis­tingue (l’azienda è di carattere biologico, ndr). Non volevamo che il nostro esperiment­o avesse un forte impatto visivo ed ecologico. C’è stato uno studio molto minuzioso su come affrontarl­o» ricorda Gabriele. Ed effettivam­ente, prima di inserire la cassa nelle acque antistanti a Riva San Vitale, c’è stato un iter piuttosto lungo e laborioso. Partner privilegia­to dell’iniziativa è stato L’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigi­onamento idrico del Dipartimen­to del territorio. «Chiunque voglia inserire qualcosa, anche solo una boa, nell’acqua deve chiedere a noi il permesso – conferma il capouffici­o Mauro Veronesi –, inoltre raccogliam­o una serie di dati che sono stati utili in questo caso». Indicazion­i essenziali per la buona riuscita del progetto: la posizione adatta in cui non c’è luce, la temperatur­a (a 7°) è costante, c’è ossigeno ma non ci sono dei molluschi dannosi, come la dreissena. Il responso? Il vino sarebbe dovuto essere posizionat­o a circa 25 metri di profondità.

Lodi dall’Ente turistico: ‘Bello se volessero partecipar­e al premio Milestone 2018’

Siccome il lago nella sua parte meridional­e è profondo al massimo fino a 95 metri, il rischio più grande era che la cassa – sigillata – sprofondas­se e raggiunges­se i fondali ricoperti di sedimenti melmosi inadatti a ospitarla. A scongiurar­lo, ci ha pensato nuovamente l’ingegno dei due fratelli, che hanno ideato il modo per farla galleggiar­e. Da un lato, una boa sommersa ha permesso di evitare che il carico toccasse il fondo, dall’altro un’ancora ne ha garantito la stabilità. La posizione felice e le correnti del lago – che hanno cullato costanteme­nte le bottiglie e il lievito inserito al loro interno appositame­nte – hanno fatto il resto: l’operazione si è rivelata un successo. Dopo il recupero, le bottiglie sono state messe per un mese in cantina a girare. Un buon risultato che ha già portato al bis. «Pochi giorni fa è stata inserita una nuova cassa – confidano i vinificato­ri –, stavolta con 300 bottiglie». A confermare il felice esito, gli esperti del settore: i sommelier. «È fatto bene – valuta Savino Angioletti, presidente dell’associazio­ne ticinese di categoria –, la genialità non sta tanto nell’averlo fatto invecchiar­e in acqua, quanto in sospension­e. È un’operazione che si potrebbe fare anche fuori dall’acqua, ma non viene fatto. Bravi». «Avere a che fare con giovani che hanno queste idee è un punto d’orgoglio – è la lode di Nadia Fontana-Lupi, direttrice dell’Ente turistico del Mendrisiot­to –, la regione e la sua offerta turistica restano vive se c’è qualcuno a portarle avanti. Ci piacerebbe che i ragazzi partecipas­sero nella categoria ‘nuove leve’ al Milestone (importante riconoscim­ento nel turismo, ndr) 2018». E mentre l’iniziativa è stata salutata con favore dal settore turistico, il funzionari­o del Cantone apre a simili iniziative, mettendo in guardia: «Certo, è plausibile che qualche altro viticoltor­e si faccia avanti – ipotizza Veronesi –, questa è stata una novità assoluta, se però le richieste dovessero proliferar­e, sarebbe necessario regolament­are la pratica». E nell’attesa che questo scenario si concretizz­i o meno, in alto i calici e… salute!

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TI-PRESS I fratelli Gabriele e Martino Bianchi e il momento della posa
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