Pyongyang rilancia
Seul/Washington – Sarebbe un missile intercontinentale quello lanciato ieri dalla Corea del Nord, e caduto in prossimità delle acque territoriali giapponesi. L’annuncio del nuovo test balistico di Pyongyang è stato dato dai comandi sudcoreani e confermato dal Pentagono. Il razzo ha viaggiato per circa mille chilometri prima di cadere nel Mar del Giappone. Secondo il governo di Tokyo, il missile è finito nella propria zona economica esclusiva (la zona di mare adiacente alle acque territoriali). Il premier Shinzo Abe ha convocato una riunione d’emergenza. A Washington, il presidente americano Donald Trump è stato subito informato, ma la tensione nell’area è già altissima: i sudcoreani potrebbero effettuare un “raid di precisione” come rappresaglia. L’ennesima prova di forza di Kim Jongun è arrivata ad appena due mesi dal lancio di un missile balistico a medio raggio nell’Oceano Pacifico, che il 15 settembre aveva sorvolato il Nord del Giappone. Proprio da Tokyo, alcune ore prima, c’erano state le avvisaglie: il Ministero della difesa giapponese aveva riferito di aver captato segnali radio che potevano essere associati a preparativi di un nuovo test missilistico. Dopo due mesi di calma, quindi, Pyongyang ha apparentemente voluto rispondere alla decisione degli Usa di tornare a classificarla nella black list degli Stati che sponsorizzano il terrorismo internazionale. Trump, senza farsi pregare, ha risposto minacciando fuoco e fiamme. Ma la corsa nordcoreana all’atomica non si è mai arrestata, a dispetto della raffica di condanne e sanzioni da parte della comunità internazionale. Anzi, ha avuto un’accelerazione. Secondo il governo di Seul, Pyongyang potrebbe annunciare il completamento della propria “forza nucleare” entro l’anno.