Piano Marshall euroafricano
Bruxelles – Far crescere l’Africa per far diminuire l’emigrazione. Il quinto vertice euroafricano che si apre oggi in Costa d’Avorio è stato preceduto da squillanti annunci di un “Piano Marshall” per l’Africa, concepito per rilanciare l’economia del continente, il più “giovane” del pianeta, la cui forza vitale spaventa la vecchia Europa, investita dall’ondata migratoria. Alla vigilia del vertice il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che proporrà una “iniziativa euroafricana” sulla Libia, con l’obiettivo di “colpire le organizzazioni criminali e le reti di trafficanti” che sfruttano i migranti. Ma si sa ormai che gli annunci sono la sua specialità. Nella capitale ivoriana Abidjan, l’Unione europea sarà rappresentata al più alto livello: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, Donald Tusk, presidente del Consiglio, Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento, Federica Mogherini, alto rappresentante della politica estera comunitaria. Il summit punta a definire le priorità per quanto riguarda la cooperazione economica, la formazione di posti di lavoro, la sicurezza, la gestione delle migrazioni e la lotta ai cambiamenti climatici. Un programma epocale, che deve comunque misurarsi con questioni altrettanto vaste quali l’esplosione demografica e la mancanza di infrastrutture. L’Europarlamento conta di fare arrivare il fondo d’investimenti per l’Africa ad almeno 40 miliardi nel prossimo bilancio Ue rispetto agli attuali 33. La stima che si fa all’Eurocamera è che a partire da questi fondi, grazie all’effetto leva e a sinergie con la Banca europea degli investimenti, si possano mobilizzare investimenti pubblici e privati per circa 500 miliardi. Tanti soldi, che forse la paura della “invasione” spingerà a impegnare. Pochi, se si pensa a quanti è disposta a mettere sul piatto una Cina che già mezz’Africa se l’è comprata.