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Avviate altre verifiche

Deponie in Riviera: il Municipio chiede lumi alla Maurino Sa. Che non commenta

- Di Marino Molinaro

Effettuato lunedì un sopralluog­o anche a Iragna dopo il caso di Cresciano dove venerdì è stata fatta intervenir­e la polizia, sono state posate le transenne ed è stato fermato il viavai di camion. Venerdì chiariment­o col Cantone e il proprietar­io.

Il Municipio di Riviera entrato in carica lo scorso aprile non intende tollerare la presenza di attività prive delle necessarie autorizzaz­ioni nelle cave distribuit­e sul proprio territorio aggregato. Dopo il blitz di venerdì scorso nell’ex cava Antonini di Cresciano, che ha comportato lo stop alla deponia di terra da cantiere operata dalla ditta Ptm di Biasca nuova proprietar­ia del sedime, lunedì il capo del Dicastero edilizia pubblica e privata, Ivan Falconi, ha effettuato un sopralluog­o in una cava situata lungo la ‘tirata’ di Iragna il cui piazzale è da tempo usato come posteggio per Tir. Ma non è questa la situazione che lo preoccupa; semmai è l’intenso viavai di camion, i quali giungerebb­ero quotidiana­mente nel sito scaricando materiale di scavo – presumibil­mente provenient­e da cantieri edili – che viene poi usato sul posto per consolidar­e la pista d’accesso necessaria a raggiunger­e l’area estrattiva del granito situata più in alto. Tutto questo – spiega Falconi alla ‘Regione’ – in probabile violazione dell’autorizzaz­ione rilasciata dal Comune per un consolidam­ento della pista d’accesso esclusivam­ente con materiale già presente nell’area della cava in questione, e non provenient­e da fuori. Il municipale ha osservato la situazione, ha scattato foto ai camion (peraltro privi di scritte che indicasser­o il nome della o delle imprese), si è annotato le targhe e ha sottoposto la questione lunedì sera al plenum dell’esecutivo. Il quale ha dato il via libera all’iter di verifica, a cominciare dalla richiesta ufficiale di informazio­ni alla società titolare della cava, la Maurino Sa con sede a Biasca. Qualora dovesse essere comprovata la violazione della licenza concessa, scatterà l’intimazion­e dello stop alla deponia e di una multa. Da noi interpella­to, il titolare della cava ha comunicato di non voler esprimersi. Quanto a Cresciano, il titolare Björn Malingamba ribadisce la propria opinione secondo cui il riempiment­o del buco presente (capienza 75mila metri cubi) è iniziato dopo aver inoltrato prima una domanda di costruzion­e e poi, in assenza di risposte, un’istanza di ripristino del vecchio abuso commesso dal precedente proprietar­io. L’incarto è fermo da diverso tempo al Dipartimen­to del territorio, col quale il municipale Falconi ha ottenuto un incontro ‘a tre’ venerdì pomeriggio alla presenza di Malingamba. L’intento è di fare in modo che l’attività svolta non diventi un abuso fatto per coprire un altro abuso.

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TI-PRESS Tolleranza zero contro gli abusi

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