E ora la Fondazione Galli vuole ‘mettere in rete i parchi’
A prima vista, chi viene da fuori fatica a capire che il Daniello è un mulino. Le due ruote idrauliche che, grazie alla Roggia Molinara, danno forza alle macine, sono assai discrete. Così, piani di restauro sul tavolo, si è pensato di posare e mettere in funzione, in permanenza, una terza ruota. «Sarà una sorta di ruota del terzo millennio», spiega il progettista, Enrico Sassi. Così il simbolo del Parco della Valle della Motta sarà subito riconoscibile. Quasi un punto di svolta nel paesaggio antropico del Mendrisiotto: da una parte, a poche centinaia di metri, l’autostrada e il traffico, dall’altra, a portata di mano, la natura. Una caratteristica di questa regione che potrebbe essere amplificata. Marco Tela e la Fondazione Galli, infatti, hanno un progetto: «Vogliamo creare un ulteriore elemento di collegamento tra i parchi del distretto, anche grazie alla posizione centrale del Daniello». Un legame, d’altro canto, già esiste. «Fisicamente – fa notare subito Tela –, i vari comparti sono già collegati dalla rete di percorsi». È il caso del ‘Sentiero dei Mulini’ che unisce Ghitello e Daniello, ma anche dei tracciati che conducono al Centro del verde di Mezzana, alla masseria di Vigino, a Castel San Pietro, e al fiume Laveggio, al centro pure di un parco. Accanto ai camminamenti, richiama ancora il presidente della Fondazione, «un altro collante dovrebbe essere, però, quello delle attività proposte». Anche perché la collaborazione fra Valle della Motta e Gole della Breggia, ricorda, oggi avviene tramite le guide; e funziona. I motivi per confidare in un sostegno del Cantone e dei due Comuni sede (Coldrerio e Novazzano), quindi, sono solidi. «Solleciteremo i due Municipi a fronte di un’opera a beneficio di tutti. Quanto all’autorità cantonale – precisa Tela –, di sicuro se ne farà promotore, quale primo finanziatore della ristrutturazione del complesso. In ogni caso, stiamo provvedendo a raggiungere anche altri potenziali sostenitori. Siamo in contatto, ad esempio, con l’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio». Insomma, il ghiaccio è rotto.