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Indagini a Campione d’Italia

Blitz della Guardia di Finanza comasca a casinò e Comune dell’enclave: sotto accusa i conti L’inchiesta giudiziari­a riguardere­bbe i membri dell’ex Consiglio d’amministra­zione della casa da gioco; la Procura di Como ipotizza il reato di peculato

- Di Dino Stevanovic e Marco Marelli

Cinque avvisi di garanzia ai membri del passato Consiglio d’amministra­zione (Cda) del casinò. Questo il bilancio dei controlli effettuati ieri a Campione d’Italia dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza (Gdf) di Como, al comando del maggiore Samuel Bolis. Il blitz ha riguardato sia la casa da gioco che il Comune. Sotto la lente dei finanzieri – una dozzina gli uomini mobilitati, che hanno acquisito una copiosa documentaz­ione nell’ambito di un’inchiesta preliminar­e della Procura lariana – i conti. Contestual­mente i finanzieri avrebbero notificato, nessuno dei quali a Campione, i cinque avvisi di garanzia in cui si ipotizza il reato di peculato. Dell’atto giudiziari­o – atto dovuto si affretta a sottolinea­re il magistrato inquirente – sono stati raggiunti i componenti del Cda della casa da gioco dell’enclave in carica lo scorso anno e che hanno redatto il bilancio del 2016 che, ricordiamo, si è chiuso con un buco di 3,7 milioni di euro, rispetto ai 33 dell’anno prima. Presidente del Cda in carica lo scorso anno era Massimo Ferracin, con Carlo Pagan amministra­tore delegato. Gli altre tre componenti erano due dirigenti comunali e una fiscalista di Cantù. Sulla vicenda c’è uno strettissi­mo riserbo. La Procura di Como tace, come pure gli investigat­ori del Nucleo di polizia tributaria. Tuttavia pare che al centro della vicenda ci sia un mancato trasferime­nto dalla casa da gioco al Comune di una somma che dovrebbe aggirarsi attorno a 1,5 milioni di euro. Per cui il peculato su cui sta indagando la magistratu­ra comasca non sarebbe riferito ai 55 milioni che il casinò non è riuscito a trasferire al Comune nel 2015/2016, somma iscritta nel proprio bilancio come credito. «La mia amministra­zione e il mio Cda non sono coinvolti – si difende il sindaco Roberto Salmoiragh­i –, ci siamo insediati solo cinque mesi fa, le indagini riguardano il passato. Mi auguro che tutto vada a finire in nulla, anche per l’immagine di Campione». E proprio sull’immagine pesano diverse questioni pendenti. Sono ad esempio da segnalare alcune defezioni all’interno dell’amministra­zione pubblica. Dopo quelle della segretaria comunale e della revisora dei conti, ieri sono state ufficializ­zate anche le dimissioni dell’assessore al Bilancio Stefano Paoli. «Non ha a che vedere con i controlli della Gdf – giustifica Salmoiragh­i –, lascia per motivi privati. È un assessore esterno che viene dalla Toscana, per lui era troppo oneroso venire qui una volta a settimana, senza alcun tipo di remunerazi­one». Durante il Consiglio comunale di ieri sera è stato invece ratificata la nomina di un nuovo revisore dei conti.

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TI-PRESS All’ente pubblico non sarebbero stati trasferiti circa 1,5 milioni di euro

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