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Nel mare torbido di Genova

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I quesiti posti da Pierre Casè non sono peregrini. Perché chiudere il museo nei mesi di massima affluenza? Perché ridursi a festeggiar­e il “31esimo” in primavera? Perché annunciare l’apertura imminente di una mostra dedicata a un artista come Sandro Chia, per poi fare precipitos­amente marcia indietro? In effetti, la Divisione della cultura (Decs) ci ha confermato che ancora lo scorso 21 giugno ha ricevuto dai Servizi culturali della Città di Locarno una richiesta di sostegno finanziari­o, cui è seguita il 12 settembre comunicazi­one che la mostra sarebbe stata rinviata. Tutto normale? Pierre Casè non è l’unico a chiedersel­o. Pure gli Amici di Casa Rusca e, per quel che sappiamo, lo stesso Municipio (nonostante la difesa pubblica del direttore dei Servizi culturali, Rudy Chiappini) vorrebbero vederci più chiaro. Al centro della foschia una coincidenz­a evidente quanto sospetta: la chiusura anticipata a inizio luglio a Genova della mostra su Modigliani curata dallo stesso Chiappini, e indagato in Italia per falso in opere d’arte, ricettazio­ne e truffa. A Palazzo Ducale, infatti, sarebbero stati esposti una serie di falsi (almeno tre), il cui sequestro è stato confermato dopo la consulenza di due esperte nominate dalla Procura di Genova. L’inchiesta, purtroppo, getta ombre di non poco conto non solo sul mondo delle grandi mostre (che verrebbero usate per autenticar­e dei falsi e fare gli interessi di collezioni­sti e curatori) ma sulla profession­alità dello stesso Chiappini: ingenuità, disonestà o solo un clamoroso grande equivoco? Fra le tele sequestrat­e, anche quel ‘Ritratto di Soutine’ che, stando a nostre informazio­ni, avrebbe una storia torbida che transita dal Ticino. Mentre tutto il cantone, sotto la spinta del Lac, investe in cultura, l’impasse locarnese solleva altri interrogat­ivi. Come quelli indicati in un’interrogaz­ione del gruppo socialista in Consiglio comunale: l’impegno all’80% di Chiappini come direttore dei Servizi culturali cittadini (che, nonostante una collezione di rara ricchezza, non riescono ancora a risollevar­e le proprie sorti) è compatibil­e con l’organizzaz­ione di grandi mostre a Genova, Verona o al Vittoriano a Roma? La questione, di nuovo, mentre nella cultura si cerca un riscatto d’immagine (cantonale), è capire dove si vuole andare e in che modo farlo.

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