Non ho l’età, per emigrare
Olmo Cerri ci riporta indietro nel tempo di cinquant’anni per farci scoprire un passato sorprendentemente simile al nostro presente. Non c’erano i talent, ma c’era il Festival di Castrocaro e, soprattutto, Sanremo, e all’inizio degli anni Sessanta l’allora sedicenne Gigliola Cinquetti li vinse entrambi, consegnando all’immaginario collettivo la celeberrima ‘Non ho l’età’. E diventando, probabilmente suo malgrado, un punto di riferimento, una sorta di mito e idolo. All’epoca non c’erano i social network, ma c’erano le lettere e Gigliola Cinquetti ne ricevette oltre centoquarantamila in pochi anni, poi donate all’Archivio di Trento. Ed è lì che il cineasta ticinese Olmo Cerri, incuriosito da un dossier dell’Associazione ticinese insegnanti di storia, è andato a pescare quattro missive arrivate dalla Svizzera, inviate a Gigliola Cinquetti da emigrati italiani. Perché non c’erano i barconi nel Mediterraneo, negli anni Sessanta, ma c’erano comunque persone costrette ad abbandonare la propria casa sperando di trovare, altrove, un futuro migliore. Speranza che si scontrava con la diffidenza, chiamiamola così, di chi teme l’inforestierimento e impone sacrifici adesso, cinquant’anni dopo, difficili anche solo da ricordare, come lo statuto di stagionali che spezzava famiglie. Mettendosi nei loro panni, non stupisce l’attaccamento per la giovane cantante, bandiera dell’Italia dell’epoca. Con un lungo lavoro di ricerca, Olmo Cerri ha rintracciato gli autori di quattro lettere e ne ha ripercorso le storie. Scopriamo così il curioso percorso di Don Gregorio, all’epoca di Gigliola giovane seminarista calabrese a Coira e poi per vent’anni parroco nel Canton Zurigo e, infine, tornato nella sua Calabria per occuparsi della sua comunità e dei migranti di oggi. Abbiamo poi Carmela che, in clandestinità, ha seguito da bambina i genitori in Svizzera, riuscendo a porre le basi per la costruzione della sua famiglia e della sua professione. E Gabriella, nata in Svizzera da genitori veneti che, a un certo punto, hanno cercato di tornare in Italia. E infine Lorella e i suoi genitori, che si sono consumati di lavoro in Ticino senza raggiungere il benessere tanto desiderato. Il documentario ‘Non ho l’età’, prodotto da Amka film e Rsi, è in programmazione al Lux di Massagno, al Cinestar di Lugano e al Palacinema Locarno.