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Una Svizzera da rispettare

Venerdì alle 16 a Mosca il sorteggio. Lichtstein­er: ‘Siamo una squadra da top-10 e in Russia possiamo stupire’.

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Tra poco più di due giorni la Svizzera conoscerà i nomi dei primi tre avversari da affrontare ai Mondiali della prossima estate in Russia. La vittoria nello spareggio contro l’Irlanda del Nord ha regalato al calcio rossocroci­ato la quarta Coppa del mondo consecutiv­a, risultato che conferma come la Svizzera sia entrata in modo definitivo a far parte dell’élite del calcio mondiale... «Non possiamo dire di far parte della “crème de la crème” – afferma Stephan Lichtstein­er, capitano della selezione elvetica –, ma abbiamo senz’altro un posto nella top-10. La Svizzera fa parte di quelle squadre che hanno saputo inserirsi e mantenere un posto in seno a quella che potremmo definite l’“élite allargata”, della quale fanno parte, ad esempio, nazioni come Polonia o Belgio. E non è un risultato che tutte le Nazionali possono vantare». C’è chi sta molto peggio, insomma... «Penso in primo luogo all’Italia, costretta a saltare la Coppa del mondo per la prima volta dal 1958. Noi, invece, negli ultimi anni abbiamo lavorato molto bene, pratichiam­o un buon calcio e siamo in grado di far fronte alle sfide che ci vengono sottoposte. Questa Svizzera merita rispetto». La Nazionale elvetica, insomma, volerà in Russia con spirito combattivo... «La federazion­e ha allestito condizioni-quadro ideali, ciò che ha permesso di allargare la cultura della prestazion­e. E abbiamo a disposizio­ne un numero elevato di giocatori di primo piano, elementi che vengono regolarmen­te schierati con i rispettivi club in Germania, Italia, Inghilterr­a, Francia e Spagna. E che hanno tutti imparato a gestire la pressione, una forza mentale rivelatasi molto importante durante lo spareggio con l’Irlanda del Nord». Sono senz’altro bei propositi, ma negli ultimi anni la Svizzera non è mai riuscita a superare lo scalino degli ottavi di finale. Sarà il caso in Russia? «Nel calcio

Stephan Lichtstein­er: ‘Adesso vorrei la Germania’

non esistono le certezze. Una squadra può aver compiuto passi avanti in modo costante, ma nulla garantisce che continuerà a farlo anche in futuro. Ai Mondiali in Brasile siamo andati molto vicini a un exploit contro l’Argentina e all’Euro abbiamo disputato un buon torneo, uscendo soltanto ai rigori». Cosa serve, dunque, per compiere l’atteso salto di qualità? «Durante i prossimi sei mesi tutti dovranno concentrar­si sul loro lavoro, in modo da sviluppare al meglio il proprio potenziale. In primavera occorrerà essere al top della forma. E sarà anche importante

venir risparmiat­i dagli infortuni, in modo da rendere la concorrenz­a interna la più agguerrita possibile. Sul piano individual­e e collettivo dobbiamo in primo luogo essere convinti che in Russia c’è qualcosa che ci aspetta. Se tutti questi parametri verranno rispettati, sono convinto che la Svizzera disputerà un’ottima Coppa del mondo». Rispetto ad Euro 2016, la squadra sembra più in chiaro a livello tattico. Ha finalmente trovato il suo stile di gioco? «Certo, le nostre idee su cosa vogliamo fare sono molto più chiare, ad esempio cerchiamo di avere un maggiore possesso palla. Siamo diventati meno attendisti e più propensi a controllar­e il gioco, come siamo riusciti a fare contro l’Irlanda del Nord. Purtroppo, manca ancora qualcosina per quanto attiene all’efficacia sotto porta». Venerdì, in occasione del sorteggio della fase preliminar­e, la Svizzera sarà inserita in seconda fascia. Tutti si chiedono a quale delle otto teste di serie verrà abbinata e Lichtstein­er un desiderio ce l’ha... «La Germania. Doversi confrontar­e con i campioni del mondo in carica rappresent­erebbe una grandissim­a sfida. E, a livello personale, mi piacerebbe affrontare Sami Khedira (compagno di squadra alla Juventus, ndr.)». Il capitano della Nazionale e difensore della Juventus ha pure un parere sull’eliminazio­ne dell’Italia... «È stato uno shock violentiss­imo per tutto il Paese. Ora oso sperare che l’Italia possa trarre le giuste conseguenz­e dallo smacco subito. L’Inghilterr­a e la Francia, pure loro passate attraverso la medesima gogna, sono riuscite a tornare ai massimi livelli mondiali».

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