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Stan sta tornando ‘Ma senza Paganini avrei smesso’

Wawrinka a tutto tondo: ‘Dopo l’infortunio al ginocchio, i mesi più duri della mia carriera. Senza Paganini avrei smesso’.

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«I cinque mesi più difficili della mia carriera». Eppure no, Wawrinka non appende la racchetta al chiodo, come nell’impaziente mondo dei social qualcuno aveva ventilato all’annuncio di una conferenza stampa. Prepara invece il 2018 e pure qualche anno in più. «Sto molto meglio – ha detto il vodese ieri mattina a Ginevra –; sebbene non sia ancora al top né fisicament­e né tennistica­mente». Torna da lontano, Stan. Non solamente in termini di tempo (l’ultima partita risale al 3 luglio a Wimbledon). I primi dolori li aveva avvertiti già dopo la vittoria all’Us Open 2016. «Il punto di non ritorno l’avevo però toccato sull’erba, su cui non riuscivo ad allenarmi come avrei voluto». Torna da lontano per quanto ha attraversa­to in questi cinque mesi. Dopo la doppia operazione subita in estate al ginocchio sinistro (artroscopi­a prima, ricostruzi­one della cartilagin­e poi, «un grosso intervento»), a riprendere da zero. «Dopo otto settimane di stampelle avevo perso tutta la muscolatur­a e da quando ho cominciato la fisioterap­ia, a ottobre, ho vissuto il periodo peggiore della mia carriera. Non ho mai sofferto tanto in allenament­o. E ancora soffro». Il 32enne non è però tipo da tirarsi indietro davanti al lavoro. E però, per fortuna – parole sue – c’era Pierre Paganini (preparator­e fisico che condivide con Roger Federer). «Senza di lui avrei probabilme­nte smesso». Nella sua traversata nel deserto Wawrinka vuole comunque trovarci del positivo. «Ho fatto il pieno di ossigeno per i prossimi anni. Dopo essermi talmente investito sul piano fisico e mentale nelle ultime stagioni, questi mesi mi han permesso di recuperare». Il ‘nuovo’ Stan non intende bruciare le tappe. «Ho ancora qual-

che difficoltà negli spostament­i laterali e avverto dei dolori; ma è normale poiché il mio ginocchio si deve riabituare a subire certi carichi». Lunedì ricomincer­à a giocare a fondo e, sebbene finora in allenament­o non abbia giocato punti, è fiducioso per ciò che concerne le sue capacità tennistich­e. «Quando dopo quattro mesi ho ricomincia­to a colpire la palla, nutrivo una certa apprension­e in merito al mio livello di gioco. Poter scendere in campo mi ha ridato morale e ho capito che il mio tennis non sarebbe stato un problema, perché sarebbe arrivato». Il primo e più importante obiettivo

è «tornare al 100% delle mie capacità. Mi do tempo alcune settimane, anche qualche mese, per riuscirci. Gli obiettivi legati ai risultati verranno in un secondo tempo». Le tappe di questo percorso dovrebbe essere Melbourne, con l’Australian Open (dal 15 gennaio), prima del quale esclude di giocare tornei ufficiali; mentre all’esibizione di Abu Dhabi «ci sono buone possibilit­à che ci sia, ma tutto dipenderà da come evolverann­o le cose le prossime settimane». Previsti per ora i tornei di Rotterdam, Marsiglia, Indian Wells, Miami, Monte Carlo. Dopo, «non so ancora». ATS/SME

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KEYSTONE Il 32enne, Atp9, spera di rientrare nelle competizio­ni all’Australian Open

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