Officine, lettera Mps a Pedrina
“I lavoratori dell’Officina non chiedono un trattamento di favore, né chiedono scelte di tipo regionale. La loro proposta non è altro che un contributo allo sviluppo delle Ffs, certamente in una prospettiva diversa, per quel che riguarda la cosiddetta manutenzione pesante, da quella oggi prospettata dalla direzione delle Ffs”. A scriverlo, in una lettera aperta indirizzata a Fabio Pedrina quale membro del Consiglio d’amministrazione delle Ffs, è il Movimento per il socialismo (Mps). I lavoratori, si ribadisce nello scritto, vogliono “che sia data loro una possibilità” in un settore “che conosce grandi potenzialità”. Un appello all’ex consigliere nazionale – si capisce – affinché all’interno del Cda “e non solo” delle Ffs siano (meglio) considerati lo stabilimento cittadino e i lavoratori dell’Officina, nel “loro tentativo di salvare un’esperienza produttiva che rischia di essere cancellata”. Un appello che suona però come una sorta di richiamo, pubblico, alle proprie responsabilità, a futura memoria: “Ci pare il minimo – conclude infatti così l’Mps la propria lettera aperta a Pedrina – che si possa chiedere ad un loro ‘rappresentante’ che desideri ‘rappresentarli’ degnamente”: firmato “con cordialità” Giuseppe Sergi per l’Mps. Il sunto fornito dall’Mps dei fatti che dal 2008 hanno portato alla situazione attuale, con la scelta che dovranno prendere le Ffs tra uno degli “scenari” da loro individuati, contrappone fondamentalmente i disegni previsti dalle Ferrovie per le Officine – la conseguente perdita di quelli che si dicono i suoi “pilastri”, ossia manutenzione locomotive e dei carri merci e revisione degli assali – alla “poderosa analisi” della Supsi che ha portato all’idea di un Centro di competenza in materia di trasporto e mobilità ferroviaria, bocciando quindi il dimezzamento dell’organico prospettato dall’ex regia.