Un suggestivo diario alpino invernale
Cevio, esce giovedì prossimo ‘Taccuino dei giorni freddi’, il nuovo libro di Martino Giovanettina
Un suggestivo diario alpino affidato ai novanta giorni di calendario che compongono l’inverno. Si tratta di “Taccuino dei giorni freddi”, il nuovo libro di Martino Giovanettina (Ed. Agenzia Kay, stampato da Salvioni arti grafiche), che sarà presentato giovedì 7 dicembre all’Hotel Basodino a Cevio, con inizio alle 20.15. Come per le precedenti pubblicazioni, si tratterà di una serata multimediale: oltre all’autore, interverranno Daniele Maggetti, scrittore e professore all’Università di Losanna; Luisa Poggi e Aurelio Beretta, musicisti della Vox Blenii, con alcuni brani del loro repertorio adatti ai contenuti del libro. Condurrà Niccolò Giovanettina, di Agenzia Kay (prenotazione necessaria allo 079 230 94 79 o info@agenziakay.ch). “Questo Taccuino – si legge nella presentazione – è un viaggio nel mondo alpino che inizia con il sole e finisce con la tempesta. Una contabilità emotiva dell’abbandono della montagna. E (soprattutto) una ricerca delle tracce di persone normali o diverse, tracce che con il trascorrere dei giorni di questo diario d’inverno diventano sempre più profonde, dolorose. E sfumano nei cupi segni, nascosti come una vergogna, della ‘montagna nera’, quella dei sopraffatti, dei cancellati, degli intimiditi, abitanti di un paesaggio umano sepolto da cui riemergono una bambina picchiata a scuola, una donna afflitta da nevrastenia che parla con gli uccellini, gli incesti, le vite appena nate, morte o vive, sciolte nel letame. E Kamila, una giovane incinta allontanata dal paese e mandata in una casa per ragazze poco di buono a partorire il frutto della colpa”. Insomma, un inverno “che non è solo stagione ma anche un pretesto per raccontare con testi brevi la montagna buia del presente (con il suo default demografico e sociale) e quella del passato, con i suoi personaggi scomparsi ma anche con alcuni suoi tratti neri (incesti, violenze a scuola, bambini ‘rubati’ a ragazze incinte eccetera), di cui si chiede conto agli scrittori alpini che dell’abisso della montagna nera hanno scritto così poco ma hanno scritto così tanto della montagna eroica”. C’è anche una “cartolina” dedicata a Plinio Martini, che inizia così: “Dove sei finito, Plinio Martini fu Adeodato, che qui continuano a parlare in tuo nome, anche quelli che quando sei diventato dissidente teologico, socialista, amante ti hanno crocifisso (…)”.