Dieci anni di truffe, condannato
Causò un danno di oltre tre milioni a circa quaranta clienti: trenta mesi parzialmente sospesi
Il 65enne è stato attivo nella gestione patrimoniale tra il 1998 e il 2009: si presentava alle vittime come fiduciario, pur non essendo iscritto all’albo. Considerato il carcere sofferto, è praticamente libero.
«Ha contribuito a intaccare la credibilità della piazza finanziaria». Il giudizio della Corte presieduta da Amos Pagnamenta è inequivocabile: il 65enne è colpevole di truffa e falsità in documenti ripetute. L’uomo è stato pertanto condannato a una pena di trenta mesi, di cui diciassette sospesi condizionalmente per tre anni. Considerati i quattordici mesi di carcerazione preventiva ed espiazione anticipata della pena scontati a cavallo tra il 2009 e il 2010, l’imputato è di fatto libero. «Non riuscivo più a fermarmi, a trovare la via giusta per uscirne». È frutto dell’autodenuncia – avvenuta ormai otto anni fa – dell’imputato il processo di ieri alle Assise criminali di Lugano, in cui l’anziano ex fiduciario è stato condannato. Come riconosciuto dall’uomo stesso – un italiano residente nel Luganese – durante l’istruttoria, i reati sono proseguiti per circa dieci anni. Per la precisione, fra il 1998 e il 2009, quando decise di vuotare il sacco e fu conseguentemente arrestato. Lavorando come fiduciario – seppur non iscritto all’albo – l’uomo gestì più di 7 milioni di franchi di 65 clienti. Presentandosi come esperto di finanza, prometteva lauti guadagni tramite investimenti mirati, ma non fu così. Oltre 40 vittime vennero truffate per un danno di circa 3 milioni di franchi. Mentre i soldi delle prime persone vennero effettivamente investiti nel mercato di scambi di valuta Forex, alcuni mesi dopo l’avvio dell’attività si creò un buco – «il disastro», come l’ha definito l’imputato – di mezzo milione. Da lì, l’inizio della truffa vera e propria. Stilando rendiconti falsi dalla sua sede di lavoro alle porte di Lugano, utilizzava i soldi dei nuovi clienti per coprire le perdite degli altri: il classico ‘buco tappa buco’. Ma non solo: oltre 200’000 franchi sono stati usati per pagare promotori che gli portavano nuovi clienti, 800’000 circa per una società tipografica da lui avviata, e quasi 300’000 per usi personali.
Prescrizione per parte dei reati
Tuttavia, a causa del notevole tempo trascorso dai reati, una parte di questi – quelli antecedenti al 2002 – sono caduti in prescrizione. Pertanto, sebbene il danno economico totale sia stato effettivamente attorno ai 3 milioni di franchi, sono stati giuridicamente perseguiti ‘solo’ 2,4 di questi. Malgrado le gravi colpe di cui si è macchiato il 65enne – oltre ai danni all’immagine della piazza, l’importante numero di persone colpite e i soldi malver-
sati –, proprio il lungo tempo passato dai fatti, l’autodenuncia, la sua buona condotta da allora e l’ampia collaborazione dimostrata, hanno portato la Corte a commisurare una pena inferiore a quella proposta dalla pubblica accusa. La procuratrice Raffaella Rigamonti ha infatti chiesto tre anni di detenzione,
facendo perno sull’intensa attività criminale dell’ex finto fiduciario: «Si è alzato per dieci anni ogni giorno sapendo di star derubando i suoi clienti», ha detto durante la requisitoria. Dal canto suo, la legale della difesa Flaviana Biaggi-Fabio ha invece posto l’accento sui meriti dell’uomo. «Autodenunciandosi ha
fatto una scelta coraggiosa, avrebbe potuto fuggire coi soldi – ha detto –, invece ha scelto di pagare il suo debito con la società». Ascoltato inoltre il suo appello: «Il carcere gli è servito, gli ha permesso di riflettere. Ma riportarvelo alla sua età, con i suoi problemi di salute, non avrebbe senso».