L’Ue rinvia l’aggiornamento della black list fiscale
Bruxelles – La pressione dell’opinione pubblica, provata dai vari LuxLeaks, Panama e Paradise Papers, è alta, ma nonostante questo i ministri dell’economia dell’Unione europea potrebbero rinviare ancora una volta la tanto attesa “lista nera”dei paradisi fiscali. La discussione è fissata per domani all’Ecofin, ma l’approvazione è tutt’altro che scontata. Anche se a premere c’è la Commissione europea, che ha messo a punto i criteri per stilare l’elenco e che ha fatto della lotta all’evasione fiscale un cavallo di battaglia fin dal primo giorno. La lista – che ovviamente non conterrà alcun Paese Ue – non avrebbe alcuna conseguenza pratica nell’immediato. Procurerebbe soltanto un danno di reputazione che potrebbe spingere i Paesi “nominati” a diventare più trasparenti e collaborativi con le autorità fiscali europee. Oggi l’Eurogruppo è invece chiamato ad eleggere il nuovo presidente dopo Dijsselbloem, del quale è stato reso noto il maxi stipendio come consulente Esm: 14’500 euro. Secondo fonti Ue, l’Ecofin è in “modalità ascolto” e “deciderà soltanto martedì se fare la lista o aspettare e dare più tempo a quelli che vogliono cooperare”. Durante il processo di screening, molti si sono impegnati a cooperare, e quindi sono usciti dall’elenco. Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, sarebbero 36 i Paesi “blacklisted”, tra i quali Serbia, Armenia, Isole Cook, le Marshall, Panama e Tunisia. Potrebbe anche esserci la Turchia, anche se il suo ministro delle finanze ha assicurato che è in linea con tutti gli standard internazionali. L’Eurogruppo di oggi è invece chiamato ad eleggere il successore di Dijsselbloem. La corsa è a quattro: il ministro slovacco Kazimir, il lussemburghese Gramegna, la lettone Dana Reizniece-Ozola e il portoghese Mario Centeno. Quest’ultimo, soprannominato da Wolfgang Schaeuble “il Ronaldo dell’Ecofin” per aver fatto tutte le riforme richieste dall’Ue e risanato i conti con successo, è il favorito. Ma i giochi sono tutti aperti, soprattutto perché il vincitore ha bisogno di conquistare 10 voti su 19. È quindi probabile che Centeno non ce la faccia al primo turno. La votazione, segreta, prosegue ad oltranza, finché i candidati non si ritirano, spianando la strada ad un unico vincitore. Intanto si accendono i riflettori sul presidente in uscita Dijsselbloem, ultimamente alla ribalta anche per le frasi offensive sui paesi del Sud Europa. L’ex ministro delle finanze olandese è stato assunto come consulente strategico dal capo del Fondo Salva Stati, il tedesco Klaus Regling, con una retribuzione di 14’500 euro al mese per essere rimasto disoccupato dopo la sconfitta del suo partito alle ultime elezioni politiche in Olanda.