Chi di tweet ferisce
Donald Trump potrebbe avere esagerato, ammettendo implicitamente di avere ostacolato l’Fbi Il presidente statunitense, incontenibile, attacca l’ex direttore del Bureau. Ma la ‘collaborazione’ di Flynn fa tremare la Casa Bianca.
Washington – Se Trump ha “licenziato Flynn perché ha mentito al vicepresidente e all’Fbi” vuol dire che il presidente sapeva, e se sapeva ha a sua volta ostacolato la giustizia. Abbastanza per essere oggetto di una procedura di Impeachment. Forse i parlamentari democratici sono andati un po’ in là, confondendo desideri e realtà. Ma di sicuro le pulsioni incontrollabili, scatenate dall’imputazione del suo ex consigliere per la sicurezza, e ancor più dalla conferma che Flynn sta collaborando con l’Fbi, potrebbero rivolgersi contro Trump stesso. Ieri, di primo mattino, il presidente ha attaccato il Dipartimento di giustizia per la gestione dell’emailgate di Hillary Clinton e poi l’Fbi, “rovinata” da James Comey. Il primo tweet alle 6.15: “Non ho mai chiesto a Comey di fermare le indagini su Flynn’’ scrive il presidente, dando di fatto del bugiardo all’ex direttore dell’Fbi (che l’aveva sostenuto deponendo davanti al Senato). Meno di due ore più tardi, Trump è tornato all’attacco: Comey ha rovinato la reputazione dell’Fbi, con la sua “disonesta’’ indagine sull’uso del server privato di email da parte di Clinton, mentre il “generale Flynn ha mentito all’Fbi e la sua vita è distrutta’’. Si capisce il nervosismo di Trump: con le rivelazioni di Flynn, il Russiagate è arrivato al genero Jared Kushner, di fatto è sulla soglia di casa. Di qui lo scatenarsi di tweet: “Ho licenziato Flynn perché ha mentito al vicepresidente e all’Fbi’’, ha scritto il presidente. Frase che, secondo indiscrezioni, sarebbe stata scritta da uno dei suoi legali, ma che ha sortito un effetto boomerang inquietante. I democratici la ritengono un’implicita ammissione del fatto che Trump sapeva di Flynn e delle sue false dichiarazioni all’Fbi. E questo è “ostacolo alla giustizia’’, hanno detto, sostenendo la tesi secondo cui il presidente, nell’incontro con Comey successivo al siluramento di Flynn, sapeva delle bugie del suo consigliere alla sicurezza nazionale. «Iniziamo a vedere la formazione di un caso di ostacolo alla giustizia» ha affermato Dianne Feinstein, la potente senatrice democratica della commissione servizi. Feinstein intende inoltre vedere chiaro su Kathleen McFarland, l’ex consigliera di Trump nominata ambasciatrice a Singapore. McFarland, in uno scambio di email con il transition team, aveva scritto il 29 dicembre del 2016: la Russia “ha consegnato le elezioni a Trump’’. Avrà voluto dire altro, per carità, ma spiegarlo all’Fbi e al Congresso sarà un’impresa.