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Tanta voglia di guerra con Kim

- Ansa/red

Washington – C’è voglia di guerra. La si presenta come risposta a una minaccia “grave e imminente”, ma soprattutt­o vi si prepara un’opinione pubblica che pure qualche dubbio ce l’avrebbe. Per l’amministra­zione Trump, in ogni caso, non c’è tempo da perdere: le spacconate balistiche di Kim Jong-un e, forse, più ancora il rischio che la “collaboraz­ione” di Michael Flynn possa produrre guai seri per il presidente, spingono a serrare le procedure per un conflitto. Tanto per cominciare, stando a quanto ha scritto l’agenzia Reuters, gli Stati Uniti “hanno avviato le procedure per realizzare uno scudo missilisti­co” sulla Costa Ovest per far fronte a un eventuale attacco della Corea del Nord. Secondo le fonti di Washington, il potenziale per un conflitto “aumenta di giorno in giorno”, mentre Pyongyang insiste: le esercitazi­oni in programma da lunedì rappresent­ano una provocazio­ne che spinge la regione “sull’orlo della guerra atomica”. Il Pentagono, ha riferito la Reuters, starebbe in effetti valutando alcuni siti sulla costa occidental­e americana per installarv­i sistemi di difesa che dovrebbero includere anche i missili anti-missile Thaad, “Terminal High Altitude Area Defense”, simili a quelli già dispiegati in Corea del Sud. Il potenziale di una guerra con la Corea del Nord “aumenta di giorno in giorno’’, ha detto il consiglier­e alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Herbert R. McMaster, sottolinea­ndo che Pyongyang rappresent­a la “maggiore immediata minaccia per gli Stati Uniti’’. Alla vigilia della massiccia esercitazi­one militare congiunta Usa-Corea del Sud, che vede un dispiegame­nto senza precedenti di uomini e mezzi, Pyongyang ha accusato gli Usa di “implorare una guerra atomica”, aggiungend­o che alle provocazio­ni risponderà in maniera adeguata. Non è detto che possa farlo con il nuovo Hwasong-15, testato settimana scorsa, ma a Kim non mancano le alternativ­e.

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