Washington si tira fuori dall’accordo dell’Onu sui migranti
New York – Va contro gli interessi americani. Punto. Non sono servite altre motivazioni a Donald Trump per annunciare l’uscita degli Stati Uniti dal ‘Global Compact on Migration’, l’accordo dell’Onu sui migranti. Dopo aver lasciato l’Unesco e l’accordo sul clima di Parigi, il presidente, attraverso Nikki Haley, l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, ha affermato che “le decisioni sulle politiche migratorie devono essere prese solo dagli americani e dagli americani. Siamo noi a decidere come meglio controllare i nostri confini e a stabilire a chi sarà consentito entrare nel Paese”. Scontata la delusione in seno alle Nazioni Unite per la decisione americana di uscire dall’intesa fra 193 Paesi raggiunta nel 2016. “La migrazione è un fenomeno globale che richiede una risposta globale e il multilateralismo resta la strada migliore per affrontare le sfide globali”, ha detto il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Miroslav Lajcak, invitando le Nazioni Unite a non perdere l’occasione “per migliorare le vite di milioni di persone nel mondo”. Un multilateralismo che fa a pugni con i “principi” dell’amministrazione Trump, che ha fatto della lotta ai clandestini, e ai migranti in generale, uno dei suoi cavalli di battaglia. Trump propugna politiche estremamente rigide sull’immigrazione dai tempi della campagna elettorale, nel corso della quale ha assicurato che farà costruire un muro ai confini con il Messico. Poco dopo essere entrato alla Casa Bianca si è spinto anche oltre, proponendo il bando agli ingressi da sei Paesi a maggioranza musulmana. L’addio all’accordo sui migranti si va ad aggiungere all’uscita degli Stati Uniti dall’Unesco e soprattutto all’accordo sul clima di Parigi, ma anche alle “minacce” di Trump di abbandonare la Nato, l’accordo di libero scambio del Nafta e l’accordo sul nucleare iraniano. L’intesa, non vincolante, punta ad assicurare i diritti dei migranti e il loro ricollocamento, con l’obiettivo di arrivare tramite trattative a un “Global Compact” da adottare nel 2018.