Tutti su Schulz, con le buone o con le cattive
Berlino – Si rimangi la parola e salvi la patria. Non proprio in questi termini, ma con accenti analoghi sale la pressione sul segretario dei socialdemocratici tedeschi Martin Schulz, perché rompa gli indugi e accetti di formare una Grosse Koalition con Angela Merkel. A sollecitare il leader della Spd (che aveva assicurato in campagna elettorale di non intendere riportare il partito nell’abbraccio mortale della cancelliera) non sono più ormai Merkel, il suo partito, il presidente Frank-Walter Steinmaier, l’insieme del mondo economico tedesco: al pressing si sono aggiunti anche Emmanuel Macron (e passi) e Alexis Tsipras, il primo ministro greco, leader di Syriza. È stato lo stesso ex presidente del Parlamento europeo a rivelare alla ‘Frankfurter Allgemeine am Sonntag’, di aver ricevuto numerosi messaggi e telefonate dal presidente francese che lo ha sollecitato ad entrare nel governo proprio per poter far passare le visioni comuni sulla riforma della Ue e dell’eurozona, in particolare quelle sull’accelerazione degli investimenti e sulla creazione del Fondo monetario europeo. Da Tsipras, ha raccontato Schulz, l’incoraggiamento è arrivato sotto forma di monito politico. “Non dimenticare che una vera sinistra e una posizione progressista non consistono nel fatto di mantenere pulita la propria identità” gli avrebbe scritto, ribadendo la posizione espressa a Lisbona dai leader del Pse con un sms in cui ha ricordato che “è molto più importante” lottare per i veri cambiamenti e le riforme. A Schulz, che subito dopo il crollo elettorale aveva escluso di poter partecipare ad una nuova Grosse Koalition con i popolari della Cdu/Csu, di fatto viene chiesto di suicidarsi, hanno osservato fonti europee. Ma in Germania questo harakiri qualcuno deve pur farlo “per il bene dell’Europa” perché l’Unione europea non è mai cresciuta “senza qualche sacrificio tedesco”, come è già successo ad esempio con il salvataggio della Grecia. Ora a doversi sacrificare tocca a Schulz. In alternativa, sostengono tutti, ci sono solo le elezioni anticipate.