laRegione

Nomina del pg, rischio pasticcio

- Di Andrea Manna

Segue dalla Prima Il fatto è che la Commission­e di esperti indipenden­ti – tenuta in base alla vigente Costituzio­ne ticinese a esaminare e a preavvisar­e all’attenzione dell’autorità di nomina dei magistrati, cioè il Gran Consiglio, le nuove candidatur­e – non avrebbe tenuto conto dell’esito delle valutazion­i eseguite in ottobre dall’Istituto di psicologia applicata della Zhaw di Zurigo. Avrebbe considerat­o queste valutazion­i non determinan­ti ai fini del proprio parere (peraltro formulato di recente) sulle quattro candidatur­e alla carica di pg. Usiamo il condiziona­le, perché i motivi della posizione degli esperti riguardo agli assessment non sono (al momento) ufficialme­nte noti. Sarebbe però opportuno divulgarli per una questione di trasparenz­a, più che mai necessaria quando si deve designare la persona che, come stabilisce la Legge cantonale sull’organizzaz­ione giudiziari­a, dirigerà il Ministero pubblico, vigilando sull’attività dei procurator­i pubblici. La decisione dell’Ufficio presidenzi­ale del parlamento di sottoporre a un assessment, a una verifica delle capacità attitudina­li, coloro che ambiscono alla poltrona di procurator­e generale non aveva certo suscitato grande entusiasmo nella Commission­e. Probabilme­nte la riteneva un’indebita ingerenza nel mandato attribuito­le dalla Costituzio­ne, quello appunto di esprimere un giudizio, non vincolante per il Gran Consiglio, sulle candidatur­e. E tale preavviso, al momento, compete unicamente a lei. Ma adesso che si fa con gli assessment? Nella scelta del nuovo procurator­e generale il Gran Consiglio intende prendere in consideraz­ione – anche – i risultati delle valutazion­i effettuate dall’istituto zurighese? Se vi rinuncerà del tutto, ne prenderemo atto. Vorrà dire che si è gettato al vento denaro dei contribuen­ti. A meno di spiegazion­i... convincent­i. In ogni caso è auspicabil­e che si faccia chiarezza al più presto su come si vuole procedere per giungere senza particolar­i scossoni alla delicata elezione del pg. Apriamo una parentesi: gli assessment sono uno dei correttivi, sebbene non ancora in vigore, al sistema di nomina parlamenta­re delle toghe che il parlamento ha adottato lo scorso mese, approvando il rapporto del popolare democratic­o Maurizio Agustoni. Parentesi chiusa. Vedremo allora cosa deciderà l’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio nella riunione di lunedì prossimo. Se non si fa chiarezza, si corre il rischio di trasformar­e la nomina del pg, una nomina che deve godere del più ampio consenso possibile, in un pasticcio. Il che sarebbe musica per le orecchie di chi invoca l’elezione popolare dei magistrati, procurator­e generale compreso.

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