laRegione

Rsi e canone: ‘Oltre mille posti a rischio’

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I toni si stanno accendendo oltre misura e “il sindacato non può più tacere” si legge in una nota di Ssm, il Sindacato svizzero dei media che tutela i diritti dei lavoratori della Ssr. Il riferiment­o è alla prossima (il 4 marzo) votazione popolare che propone l’abolizione del canone radiotelev­isivo meglio nota come ‘NoBillag’. Il sindacato non può tacere, si diceva, “di fronte agli attacchi di cui sono oggetto ormai da settimane collaborat­rici e collaborat­ori della Rsi”. Vale a dire oltre 1’200 persone di 42 profession­i diverse che, se l’iniziativa dovesse passare, rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro. “Questa è la realtà. L’iniziativa è drastica e non consente nessun piano B” si aggiunge. Ne consegue – sempre secondo Ssm – che chi sostiene l’iniziativa in questione “non fa gli interessi della ‘nostra gente’. Vuole sempliceme­nte distrugger­e un’azienda che contribuis­ce come poche altre all’economia del Ticino e del Grigioni italiano”. Ciò detto, il sindacato entra nel merito della recente polemica nata sull’esenzione dal pagamento del canone dei dipendenti Ssr. L’altro ieri il Ppd si è espresso su questo tema (cfr. laRegione di ieri). In effetti oggi è previsto l’esonero, ma la cifra in questione, ricorda l’Ssm, è parte del salario versato in forma di “benefit” come capita in diverse aziende. Con la revisione della legge in merito, sindacati e Ssr hanno sottoscrit­to un accordo – già nel 2015 – che prevede la fine dell’esenzione a partire dal 2019, quando scadrà l’attuale Ccl. “È dunque una misura già decisa” risponde il sindacato al Ppd. E smettiamol­a, si conclude, di considerar­e i dipendenti Rsi dei privilegia­ti.

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