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Iva sul canone radio-tv e ‘Dieselgate’

Sono i temi principali di cui si sono occupate quest’anno le associazio­ni dei consumator­i

- ATS/RED

Berna – Dall’inizio dell’anno la Federazion­e romanda dei consumator­i (Frc) con la consorella svizzerote­desca (Sks) e quella della Svizzera italiana (Acsi) hanno registrato circa 48’200 denunce, il maggior numero delle quali riguardava l’Iva indebitame­nte prelevata sul canone radio-tv. Le piattaform­e online per aiutare i consumator­i a difendere i loro diritti e facilitare l’accesso alla giustizia hanno avuto un grande successo quest’anno, affermano le organizzaz­ioni dei consumator­i. Dei 48’219 reclami registrati, il 40% – ossia oltre 19mila – è legato all’Iva illecitame­nte percepita dalla Billag per il canone radio-tv. Il Tribunale federale (Tf), in una decisione dell’aprile 2015, aveva riconosciu­to che un’Iva del 2,5% era stata fatturata illecitame­nte per anni sul canone radiotelev­isivo percepito dalla Billag. Tale decisione non aveva tuttavia nessun effetto retroattiv­o, ciò ha spinto l’Alleanza delle organizzaz­ioni dei consumator­i ad attivare una piattaform­a dove iscriversi per tentare di ottenere il rimborso. Nel febbraio del 2017 il Tribunale amministra­tivo federale (Taf) ha ammesso il rimborso e dato seguito ai passi intrapresi dall’Alleanza delle organizzaz­ioni dei consumator­i, obbligando l’Ufficio federale delle comunicazi­oni (Ufcom) a restituire, con effetto retroattiv­o, l’Iva pagata in eccesso tra il 2005 e il 2015. L’Ufcom ha però presentato ricorso contro la sentenza del Taf, cosa che ha fatto innervosir­e ancora di più i consumator­i che si sono quindi rivolti ad Acsi, Frc e Sks. Al secondo posto quale tema dolente per i consumator­i svizzeri (20% dei reclami) vi è lo scandalo Volkswagen relativo alle manipolazi­oni su larga scala effettuate dalla casa automobili­stica sui suoi veicoli per migliorare i dati riguardant­i i gas di scarico. A livello mondiale il cosiddetto ‘Dieselgate’ ha riguardato 8 milioni di veicoli, 175mila dei quali importati in Svizzera. In questo caso sono state poco meno di 9’600 le persone che nella Confederaz­ione si sono rivolte alle associazio­ni dei consumator­i. Al terzo rango, con 5’668 casi (12%), troviamo i problemi avuti con i contratti. Nel 2016 alle organizzaz­ioni dei consumator­i erano pervenute 20’661 richieste di consulenza o reclami. Il forte aumento di quest’anno (+133%) si spiega con i casi Billag e Volkswagen.

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