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La moneta va bene così

Verso la bocciatura dell’iniziativa che riserva la potestà monetaria alla Bns

- Ats/Gene

Nessuna rivoluzion­e in vista. L’emissione di denaro ‘virtuale’ bancario rimarrà prerogativ­a del sistema finanziari­o. L’ultima parola al popolo.

Il destino dell’iniziativa popolare ‘Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale! (Iniziativa Moneta intera)’, almeno a livello parlamenta­re, sembra destinata a una bocciatura. Anche al Consiglio nazionale, così come già avvenuto agli Stati, non si è trovata una maggioranz­a favorevole. Nemmeno la proposta di un controprog­etto trova sostegno. Con la sua iniziativa, depositata nel dicembre 2015 munita di 110’955 firme valide, l’associazio­ne Modernizza­zione Monetaria (MoMo) vuole vietare alle banche di ‘stampare’ – virtualmen­te – denaro dal nulla. Per l’associazio­ne il denaro appartiene al popolo, non agli istituti di credito, ed è giusto che a emetterlo sia la Banca nazionale svizzera (Bns), e non le singole banche, come invece sempre più spesso avviene. In Svizzera dal 2003 al 2012 c’erano mediamente 340 miliardi di franchi di massa monetaria: solo il 10% era denaro emesso dalla Bns; il restante 90%, pari a circa 300 miliardi, era “denaro elettronic­o” creato dalle banche private. La commission­e preparator­ia ha respinto il testo sostenendo che il fatto di riser-

vare alla sola Bns il diritto di emettere moneta non permettere­bbe di raggiunger­e gli obiettivi sperati. Al contrario, si rischiereb­be di indebolire la stabilità del mercato finanziari­o. Una decisione definitiva dovrebbe essere presa dal Nazionale il 14 dicembre, ma dalla prima discussion­e avvenuta ieri si

può evincere che solo un piccolo gruppo di deputati è favorevole al testo. “Perché cambiare un sistema che funziona?”, si è chiesto Guillaume Barazzone (Ppd) a nome della commission­e. La riforma proposta “non dispone di analisi serie sul proprio impatto”, la Svizzera non può fare un salto nel vuoto, ha detto. Ada Marra (Ps) ha invece sottolinea­to che l’iniziativa denuncia il mondo finanziari­o, con un’economia troppo distante dalla realtà, ricchi sempre più ricchi e profitti mal distribuit­i. Il testo “ha il coraggio di instaurare un sistema finanziari­o al servizio delle persone”, ha affermato la socialista. Pur condividen­do le critiche al sistema economico, anche rappresent­anti della sinistra hanno espresso forti dubbi sulla ricetta proposta. “Non si può mettere tutto il peso sulle spalle della Bns”, ha ad esempio detto Daniel Brélaz (Verdi). La sinistra propone in compenso un controprog­etto da sottoporre al popolo parallelam­ente all’iniziativa popolare. Questa versione, già respinta degli Stati, sembra trovare forte opposizion­e anche al Nazionale.

Cosa propongono gli iniziativi­sti

La Banca nazionale attualment­e emette la sola cartamonet­a. L’iniziativa ‘Moneta intera’ vuole che in futuro sia il solo istituto centrale a emettere l’intera moneta in circolazio­ne, compresa quella elettronic­a. Per gli iniziativi­sti “un avere su un conto bancario non è un mezzo legale di pagamento, bensì solo una ‘promessa’ autoprodot­ta da parte della banca al pagamento di contanti in caso di necessità”. Questi averi elettronic­i, si spiega in una nota, rappresent­ano circa il 90% del denaro in circolazio­ne e ciò rende necessario il fondo di garanzia dei depositi bancari.

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KEYSTONE Una riforma radicale del sistema monetario

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