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Scambio automatico anche con i sauditi

- ATS

Berna – Lo scambio automatico di informazio­ni di dati bancari ai fini fiscali avrà luogo anche con Arabia Saudita e Nuova Zelanda. Lo ha deciso il Consiglio nazionale. Il dossier tornerà agli Stati per una questione procedural­e, ma le divergenze sono di fatto appianate. La problemati­ca legata ai due Paesi era inclusa nel quadro dei decreti federali che introducon­o lo scambio automatico di informazio­ni relativo a conti finanziari con 41 Stati partner a partire dal 2018/2019. Il Nazionale aveva inizialmen­te rifiutato gli scambi con l’Arabia Saudita per questioni umanitarie e aveva rinviato al Consiglio federale l’accordo con la Nuova Zelanda, allo scopo di meglio proteggere i pensionati elvetici che vivono in questo Paese. Gli Stati avevano però approvato entrambi i progetti. Nel primo caso perché il Paese arabo è un importante partner commercial­e e, se fosse l’unico escluso dagli accordi, i rapporti si potrebbero deteriorar­e. Nel secondo caso, invece, una questione pensionist­ica non giustifica la decisione di non autorizzar­e lo scambio automatico di informazio­ni. I dati saranno infatti forniti a fini fiscali e non per motivi legati alla sicurezza sociale e non si tratta di una problemati­ca pertinente al tema trattato. Ora le divergenze in questo senso sono state appianate. Se la questione saudita è stata risolta senza grandi dibattiti, per 117 voti contro 55 e 4 astenuti, quella sulla Nuova Zelanda ha fatto discutere. Una agguerrita minoranza, per la quale ha parlato Thomas Matter (Udc), ha cercato vanamente di convincere i deputati a mantenere la differenza. “Gli svizzeri discrimina­ti in Nuova Zelanda, a causa del particolar­e sistema pensionist­ico, ve ne saranno grati. Il problema deve essere risolto”, ha detto. La maggioranz­a ha però deciso – con 115 voti a favore e 68 contro – di eliminare la divergenza. “Non possiamo immischiar­ci nei sistemi pensionist­ici di altri Paesi”, ha detto ad esempio Ada Marra (Ps) a nome della commission­e, convincend­o i colleghi della Camera. Il tema tornerà nei prossimi giorni agli Stati per l’ultima lettura.

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