Battaglia legale su Casa Focus
Arbedo-Castione: l’Antonini & Ghidossi la spunta al Tram contro il mandato milionario dato alla Savioni
La Fondazione ha optato per un concorso a invito sfociato nella scelta del progetto più caro poiché ritenuto migliore, dal profilo architettonico, degli altri due. Probabile il ricorso al Tribunale federale.
Battuta d’arresto per la Fondazione Focus voluta dal Comune di Arbedo-Castione per avviare un progetto di residenza per anziani e andicappati autosufficienti in zona Prati di Mezzo, sui terreni di proprietà della Parrocchia di Castione. Presieduto dal sindaco Luigi Decarli, il Consiglio di Fondazione si è visto contestare nei mesi scorsi la decisione di aggiudicare la realizzazione del complesso (valore attorno ai 10-11 milioni di franchi) all’impresa edile Savioni di San Vittore. La contestazione è stata portata avanti da una delle due imprese scartate al termine della procedura a invito avviata dalla Fondazione. Si tratta della Antonini & Ghidossi Sa di Bellinzona, una delle maggiori ditte edili attive in Ticino, che al termine della procedura di valutazione si è vista scavalcare dall’impresa basso-mesolcinese nonostante la sua offerta risultasse di gran lunga la più onerosa. Una differenza di ben 3,5 milioni rispetto a quella più economica presentata dall’Antonini & Ghidossi, rispetto alla quale l’offerta del gruppo Implenia si situava a un livello leggermente più caro. Il progetto della Savioni Sa è stato preferito dal Consiglio di Fondazione – ci spiega il presidente Decarli – poiché «è risultato essere architettonicamente il migliore. Rispetto agli altri due, abbastanza simili, si distingue e s’inserisce nettamente meglio nel territorio. Un punto che ci sta a cuore, questo, perché vogliamo realizzare un edificio gradevole, bello, curato, bene accolto nel contesto locale. E che, considerato proprio lo scopo, si distanzi dall’immagine di ospedale o della ‘solita’ palazzina di appartamenti». Dal canto suo, nel ricorso al Tram l’Antonini & Ghidossi Sa ha rimarcato invece come uno dei criteri di valutazione fosse proprio l’economicità del progetto, che non è stato per nulla considerato al momento dell’aggiudicazione.
La giuria indicava... Implenia
Un altro elemento che porta ulteriori spunti di riflessione è il coinvolgimento di un’apposita giuria, coordinata da un architetto del Mendrisiotto, incaricata dal Consiglio di Fondazione di esprimersi sui tre progetti e di indicare quello preferibile. Risultato: il suo giudizio ha premiato il progetto di... Implenia. «Confrontati con questa indicazione e con la classifica sull’economicità – ribadisce il sindaco – come Fondazione si siamo sentiti liberi di fare le nostre scelte. Ora attendiamo le valutazioni che abbiamo chiesto al nostro legale per capire se un
eventuale ricorso al Tribunale federale potrebbe avere successo. Di primo acchito sento di poter dire che verso metà dicembre contesteremo a Losanna la decisione del Tram. Non da ultimo perché riteniamo di aver formalmente seguito una via corretta, quella del concorso a invito prevista dalla Legge sulle
commesse pubbliche e dal Concordato intercantonale sugli appalti». A questo riguardo Decarli informa che la via del concorso pubblico «era pure stata valutata, ma infine è stata accantonata dopo esserci consultati oralmente con i preposti servizi cantonali», e meglio l’Ufficio delle commesse pubbliche.
Quanto ai capitali necessari all’investimento, è previsto che la Fondazione si autofinanzi con gli affitti e restituisca negli anni il prestito assicurato dal Comune per tre quarti del totale (fino a 8 milioni di franchi), mentre per l’ultimo quarto la Fondazione farà capo a un’ipoteca bancaria.