laRegione

Il privato nelle cure a domicilio

Il direttore Abad Roberto Mora: ‘Mancano controlli sulla qualità e quantità delle prestazion­i’ L’associazio­ne conta di superare le 100mila ore erogate. Nuovo sistema di voto con la fusione ogni 3mila abitanti o frazione.

- Di Mattia Cavaliere

L’Associazio­ne bellinzone­se per l’assistenza e cura a domicilio conferma il suo importante servizio nella regione con una previsione di oltre 100mila ore erogate con, comunque, un «assestamen­to» nella continua crescita di questi anni. Le cifre snocciolat­e ieri alla stampa, prima dell’assemblea tenutasi in serata a Bellinzona, si allineano comunque a quelle presentate nello scorso preventivo: si stima per il 2018 un avanzo di 5’300 franchi. L’associazio­ne presieduta da Felice Zanetti manifesta lo stesso una certa preoccupaz­ione per il numero, crescente, di servizi commercial­i autorizzat­i ad operare a domicilio. Si parla di una trentina di attori privati, che si affiancano ai sei enti di diritto pubblico sparsi in tutto il cantone. «Una situazione anomala», per dirla con le parole del direttore Abad Roberto Mora (foto), che lamenta la mancanza di uno standard di qualità, cui tutti i servizi di cura dovrebbero attenersi, come l’assenza di controlli sull’offerta quantitati­va. Una cifra che rende l’idea? Nel pubblico si stimano, per ogni caso di presa a carico, prestazion­i per 56 ore; nel privato le ore di lavoro per paziente possono superare il doppio. Mora ha accennato a correttivi, quali maggiori controlli del Cantone («garante degli anziani») o una sorta di marchio di qualità per «una sana concorrenz­a a vantaggio di tutti», che garantisca sugli stipendi (Abad conta 165 dipendenti), sulla formazione o sul rispetto del Contratto collettivo di lavoro. C’è poi un discorso che si ripropone in questi dibattiti con una corsa esasperata al contenimen­to dei costi: la selezione dei casi e quindi la mancata copertura delle regioni periferich­e, poiché – per esempio – una piccola iniezione in Val Morobbia potrebbe rivelarsi meno convenient­e di tante altre prestazion­i. Valutazion­i politiche, sull’assenza di pianificaz­ione, che si ripercuoto­no sugli attori per le pressioni sui costi di una concorrenz­a («sleale») che opera in altre condizioni, offrendo solo i servizi più vantaggios­i. Un dibattito che animerà la politica. Intanto ieri, all’assemblea Abad, s’è discusso del nuovo statuto che assegna, con l’aggregazio­ne, un voto ogni 3mila abitanti o frazione.

Custodi sociali e di quartiere

A livello di sinergie è stato citato il Centro Somen di Sementina (ex clinica riabilitat­iva rilevata dall’Ente ospedalier­o cantonale) per le cure postoperat­orie (reparto Cure acute transitori­e) e Soggiorni temporanei terapeutic­i (Stt) da uno a tre mesi, prima possibili in case anziani, e in cui operano infermiere di collegamen­to in accordo con l’Abad.

Altri sviluppi incoraggia­nti riguardano la promozione dei custodi sociali a favore della socializza­zione di anziani nella sottosede di Giubiasco al Sagittario (con la Consulenza genitore-bambino, disponibil­e pure al Morenal di Monte Carasso) e nella Residenza incontro di Cadenazzo, per compiti più orientati al quartiere, a disposizio­ne degli utenti che risiedono nelle proprie abitazioni, incentivan­do anche qui momenti di aggregazio­ne, mettendo al contempo a disposizio­ne persone che fungono da punto di riferiment­o stabile degli anziani in grado di rispondere a svariati bisogni non programmab­ili. L’anno prossimo si vuole arrivare a un primo bilancio di queste figure fondamenta­li per la permanenza a casa. Sulle consulenze materno-pediatrich­e, Mora ha aggiunto che si sta lavorando a un coordiname­nto cantonale della ventina di infermiere per le consulenze (individual­i e in gruppi) o per casi di vulnerabil­ità.

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TI-PRESS Appello prima dell’assemblea generale

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