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‘Anche io’ è la persona dell’anno

- RED

Hanno rotto il silenzio e sono diventate la Persona dell’anno della rivista statuniten­se ‘Time’: le donne (e gli uomini) che finalmente sono riuscite a denunciare abusi e molestie sessuali, riunite nel movimento #metoo, hanno quindi battuto Donald Trump, indicato da molti (lui compreso) come possibile persona dell’anno per il secondo anno di seguito – e giova qui ricordare che il riconoscim­ento va alla persona che più ha influito sulla società, nel bene e nel male, e del resto tra i nominati c’era pure Kim Jong-un. Tornando al movimento #metoo, sulla copertina di fine anno di ‘Time’ troviamo cinque donne: l’attrice Ashley Judd, tra le prime insieme a Rose McGowan a denunciare pubblicame­nte le molestie sessuali subite anni prima dal produttore Harvey Weinstein, l’informatic­a Susan Fowler, che ad agosto ha reso pubblico il clima di molestie sessuali e misoginia all’interno di Uber, la lobbista Adama Iwu, che ha lanciato la campagna ‘We Said Enough’, la popstar Taylor Swift, che ha denunciato il clima di molestie nel mondo dello spettacolo portando in tribunale il dj David Mueller, e Isabel Pascual, nome di copertura di una donna che ha raccontato pubblicame­nte le minacce ricevute dopo aver denunciato molestie sul posto di lavoro. Ma il riconoscim­ento va a tutti quelli che hanno rotto il silenzio – e significat­ivamente nell’immagine di copertina si vede un braccio di un’altra persona fuori campo – e nel corposo articolo troviamo una cinquantin­a di storie: attori e attrici, professore­sse universita­rie, deputate, lavapiatti, giornalist­e e altre persone ancora. Perché questo vasto e inarrestab­ile movimento è iniziato dal coraggio di tante persone e proprio il fatto che il riconoscim­ento di ‘Time’ sia andato a un movimento multiforme è una sconfessio­ne dell’idea che sta dietro alla Persona dell’anno, la cosiddetta “teoria del grande uomo” secondo cui a fare la storia sono pochi soggetti di grande autorevole­zza. Una teoria adesso anacronist­ica, scrive la rivista, per quanto resta vero che il comportame­nto individual­e dà forma al mondo, perché il coraggio di persone comuni e celebrità, grazie anche ai social network, ha dato il via a uno dei più rapidi cambiament­i sociali e culturali dagli anni Sessanta. Certo, bisognerà vedere che cosa resterà di questo movimento: una società più giusta o, al contrario, un clima persecutor­io se non addirittur­a un ritorno di fiamma di comportame­nti sessisti?

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#metoo

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