Gestori patrimoniali soffrono lo sviluppo tecnologico Solo un terzo sta adeguando la propria strategia
Zurigo – I gestori patrimoniali svizzeri non sono all’avanguardia sul piano dello sviluppo tecnologico e della digitalizzazione, e vengono quindi superati da altri centri finanziari. Lo afferma uno studio della società di consulenza EY, secondo cui i gestori di patrimoni, troppo occupati a conformarsi alla nuove esigenze regolamentari, “non hanno saputo identificare l’importanza strategica della tecnologia quale fattore di vantaggio concorrenziale in un settore in piena evoluzione”. Dall’inchiesta risulta che il 17% dei gestori di patrimoni non ha ancora definito la propria strategia informatica in vista della trasformazione digitale, e solo un terzo ha iniziato a metterla in atto. Meno del 20% ha indicato di far ricorso alla robotica e all’intelligenza artificiale. “Gli operatori svizzeri rischiano di accumulare ritardi nel campo dell’innovazione, mentre i mercati emergenti nell’area Asia-Pacifico spingono a fondo sulla digitalizzazione”, afferma l’esperto di EY Bruno Patusi. Sempre stando all’inchiesta gli informatici che in Svizzera lavorano per le banche non sono remunerati adeguatamente: la loro percentuale rispetto all’insieme dell’organico aziendale è salita dal 2013 di circa il 7% e i salari sono scesi nelle stesse proporzioni. Risulta inoltre che, malgrado la crescente frequenza dei cyber attacchi, la maggioranza degli amministratori non considera prioritario l’ammodernamento dei sistemi informatici centrali.