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Più tech, meno posti

Firma tra Ffs, Cantone e Bellinzona per nuove Officine e rilancio dell’area

- di Samantha Ghisla

L’operazione da 360 milioni comporterà il taglio di 150 impieghi. Insoddisfa­tte le maestranze e l’Mps

Un anno esatto dopo l’entrata in funzione della galleria di base del San Gottardo e dalla sottoscriz­ione del programma di lavoro ‘Prospettiv­a generale Ffs-Ticino’, ieri è stata firmata da Cantone, Città di Bellinzona e Ffs una dichiarazi­one d’intenti che rappresent­a il primo passo verso il mantenimen­to di uno stabilimen­to industrial­e ferroviari­o in Ticino. Come da intenzioni anticipate negli scorsi mesi, verrà realizzata una nuova officina all’avanguardi­a nel Bellinzone­se – una tra le più moderne di tutta Europa, è stato sottolinea­to – con 200-230 posti di lavoro e, al posto del sito attuale, un parco tecnologic­o con aziende e start up innovative che creeranno centinaia di posti di lavoro. Costo dell’operazione: 360 milioni di franchi, di cui 120 finanziati da Cantone e Città di Bellinzona. Sessanta milioni il contributo della Confederaz­ione, mentre i restanti 180 milioni li finanziera­nno le Ferrovie. «In questo modo gettiamo le basi per il futuro della presenza industrial­e delle Ffs in Ticino (un’alternativ­a era la chiusura tout court, ndr) ma anche per il mantenimen­to di posti di lavoro qualificat­i», ha sottolinea­to il consiglier­e di Stato Christian Vitta in occasione della conferenza stampa congiunta svoltasi ieri nell’aula del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline, alla presenza pure dell’esecutivo cittadino in corpore, di una delegazion­e delle Ffs e di una delle maestranze.

Meyer: ‘Nessun licenziame­nto’. Ma si passerà da 350 a 200 posti di lavoro

Quanto sostenuto dalle Ffs negli scorsi mesi rispondend­o alle indiscrezi­oni di stampa è stato ribadito più volte ieri dal Ceo delle Ferrovie Andreas Meyer. «Non ci saranno licenziame­nti», ha assicurato, spiegando che entro il 2026 sono previsti 90 pensioname­nti e che il calo dalle attuali 350 a circa 200 unità sarà imputabile a fluttuazio­ni naturali. Il Ceo ha anche aggiunto che le Ffs investiran­no 8 milioni per la riqualific­azione dei dipendenti e per eventuali prepension­amenti che si renderanno necessari. Anche nella dichiarazi­one d’intenti, ha affermato il sindaco Mario Branda, è stata messa nero su bianco la richiesta di non effettuare licenziame­nti tra le maestranze. Meyer ha aggiunto che fino all’estate 2018, quando i contratti definitivi dovrebbero essere firmati, le Ffs non valuterann­o altre opzioni, ma non ha negato l’interesse di altri cantoni ad ospitare il nuovo stabilimen­to all’avanguardi­a.

Aziende, appartamen­ti e spazi pubblici al posto delle Officine. Contatti anche con i Politecnic­i.

Il contributo di Cantone (100 milioni) e Città (20) servirà in particolar­e per l’acquisto di circa 60mila metri quadrati, ovvero circa la metà del semine delle attuali Officine (compresa la ‘cattedrale’). Di questi, 45mila metri quadrati ospiterann­o contenuti come detto tecnologic­i e circa 15mila metri quadrati saranno composti da strade, piazze e altre superfici a uso pubblico. Il resto del terreno rimarrà di proprietà delle Ffs: si tratterà di una zona mista con una parte residenzia­le, amministra­tiva, con servizi di prossimità, commercial­i e spazi pubblici. «Non potranno venire realizzati centri commercial­i di grandi dimensioni», ha sottolinea­to il municipale di Bellinzona Simone Gianini illustrand­o le svariate tappe della pianificaz­ione, che sarà di competenza della Città. Come ha spiegato il direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali, «per la prima volta in Ticino si presenta la possibilit­à di poter progettare praticamen­te da zero un intero comparto». Un’opportunit­à che verrà tradotta anche in un’intera riqualific­a di tutta la parte nord di Bellinzona, ha aggiunto il ministro Zali. Il progetto presentato oggi non è stato pensato in ottica di speculazio­ne edilizia: lo hanno assicurato sia i rappresent­anti del Cantone che quelli della Città. Il focus è come detto quello dell’innovazion­e. A tal proposito Gianini ha spiegato che ci sono contatti in corso con i Politecnic­i federali e con il Dipartimen­to federale dell’economia. Non è infatti esclusa la creazione di un istituto scolastico. Il foglio è bianco: spazio ora alla progettazi­one.

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