Più tech, meno posti
Firma tra Ffs, Cantone e Bellinzona per nuove Officine e rilancio dell’area
L’operazione da 360 milioni comporterà il taglio di 150 impieghi. Insoddisfatte le maestranze e l’Mps
Un anno esatto dopo l’entrata in funzione della galleria di base del San Gottardo e dalla sottoscrizione del programma di lavoro ‘Prospettiva generale Ffs-Ticino’, ieri è stata firmata da Cantone, Città di Bellinzona e Ffs una dichiarazione d’intenti che rappresenta il primo passo verso il mantenimento di uno stabilimento industriale ferroviario in Ticino. Come da intenzioni anticipate negli scorsi mesi, verrà realizzata una nuova officina all’avanguardia nel Bellinzonese – una tra le più moderne di tutta Europa, è stato sottolineato – con 200-230 posti di lavoro e, al posto del sito attuale, un parco tecnologico con aziende e start up innovative che creeranno centinaia di posti di lavoro. Costo dell’operazione: 360 milioni di franchi, di cui 120 finanziati da Cantone e Città di Bellinzona. Sessanta milioni il contributo della Confederazione, mentre i restanti 180 milioni li finanzieranno le Ferrovie. «In questo modo gettiamo le basi per il futuro della presenza industriale delle Ffs in Ticino (un’alternativa era la chiusura tout court, ndr) ma anche per il mantenimento di posti di lavoro qualificati», ha sottolineato il consigliere di Stato Christian Vitta in occasione della conferenza stampa congiunta svoltasi ieri nell’aula del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline, alla presenza pure dell’esecutivo cittadino in corpore, di una delegazione delle Ffs e di una delle maestranze.
Meyer: ‘Nessun licenziamento’. Ma si passerà da 350 a 200 posti di lavoro
Quanto sostenuto dalle Ffs negli scorsi mesi rispondendo alle indiscrezioni di stampa è stato ribadito più volte ieri dal Ceo delle Ferrovie Andreas Meyer. «Non ci saranno licenziamenti», ha assicurato, spiegando che entro il 2026 sono previsti 90 pensionamenti e che il calo dalle attuali 350 a circa 200 unità sarà imputabile a fluttuazioni naturali. Il Ceo ha anche aggiunto che le Ffs investiranno 8 milioni per la riqualificazione dei dipendenti e per eventuali prepensionamenti che si renderanno necessari. Anche nella dichiarazione d’intenti, ha affermato il sindaco Mario Branda, è stata messa nero su bianco la richiesta di non effettuare licenziamenti tra le maestranze. Meyer ha aggiunto che fino all’estate 2018, quando i contratti definitivi dovrebbero essere firmati, le Ffs non valuteranno altre opzioni, ma non ha negato l’interesse di altri cantoni ad ospitare il nuovo stabilimento all’avanguardia.
Aziende, appartamenti e spazi pubblici al posto delle Officine. Contatti anche con i Politecnici.
Il contributo di Cantone (100 milioni) e Città (20) servirà in particolare per l’acquisto di circa 60mila metri quadrati, ovvero circa la metà del semine delle attuali Officine (compresa la ‘cattedrale’). Di questi, 45mila metri quadrati ospiteranno contenuti come detto tecnologici e circa 15mila metri quadrati saranno composti da strade, piazze e altre superfici a uso pubblico. Il resto del terreno rimarrà di proprietà delle Ffs: si tratterà di una zona mista con una parte residenziale, amministrativa, con servizi di prossimità, commerciali e spazi pubblici. «Non potranno venire realizzati centri commerciali di grandi dimensioni», ha sottolineato il municipale di Bellinzona Simone Gianini illustrando le svariate tappe della pianificazione, che sarà di competenza della Città. Come ha spiegato il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, «per la prima volta in Ticino si presenta la possibilità di poter progettare praticamente da zero un intero comparto». Un’opportunità che verrà tradotta anche in un’intera riqualifica di tutta la parte nord di Bellinzona, ha aggiunto il ministro Zali. Il progetto presentato oggi non è stato pensato in ottica di speculazione edilizia: lo hanno assicurato sia i rappresentanti del Cantone che quelli della Città. Il focus è come detto quello dell’innovazione. A tal proposito Gianini ha spiegato che ci sono contatti in corso con i Politecnici federali e con il Dipartimento federale dell’economia. Non è infatti esclusa la creazione di un istituto scolastico. Il foglio è bianco: spazio ora alla progettazione.